amami come sei...

AMAMI COME SEI (Gesù parla a un’anima) “Conosco la tua miseria, le lotte e le tribolazioni della tua anima, le deficienze e le infermità del tuo corpo: - so la tua viltà, i tuoi peccati, e ti dico lo stesso: “Dammi il tuo cuore, amami come sei...”. Se aspetti di essere un angelo per abbandonarti all'amore, non amerai mai. Anche se sei vile nella pratica del dovere e della virtù, se ricadi spesso in quelle colpe che vorresti non commettere più, non ti permetto di non amarmi. Amami come sei. In ogni istante e in qualunque situazione tu sia, nel fervore o nell'aridità, nella fedeltà o nella infedeltà, amami... come sei.., Voglio l'amore del tuo povero cuore; se aspetti di essere perfetto, non mi amerai mai. Non potrei forse fare di ogni granello di sabbia un serafino radioso di purezza, di nobiltà e di amore ? non sono io l'Onnipotente ?. E se ml piace lasciare nel nulla quegli esseri meravigliosi e preferire il povero amore del tuo cuore, non sono io padrone del mio amore? Figlio mio, lascia che Ti ami, voglio il tuo cuore. Certo voglio col tempo trasformarti ma per ora ti amo come sei... e desidero che tu faccia lo stesso; io voglio vedere dai bassifondi della miseria salire l'amore. Amo in te anche la tua debolezza, amo l'amore dei poveri e dei miserabili; voglio che dai cenci salga continuamente un gran grido: “Gesù ti amo”. Voglio unicamente il canto del tuo cuore, non ho bisogno né della tua scienza, né del tuo talento. Una cosa sola m'importa, di vederti lavorare con amore. Non sono le tue virtù che desidero; se te ne dessi, sei così debole che alimenterebbero il tuo amor proprio; non ti preoccupare di questo. Avrei potuto destinarti a grandi cose; no, sarai il servo inutile; ti prenderò persino il poco che hai ... perché ti ho creato soltanto per l'amore. Oggi sto alla porta del tuo cuore come un mendicante, io il Re dei Re! Busso e aspetto; affrettati ad aprirmi. Non allegare la tua miseria; se tu conoscessi perfettamente la tua indigenza, morresti di dolore. Ciò che mi ferirebbe il cuore sarebbe di vederti dubitare di me e mancare di fiducia. Voglio che tu pensi a me ogni ora del giorno e della notte; voglio che tu faccia anche l’azione più insignificante solo per amore. Conto su di te per darmi gioia… Non ti preoccupare di non possedere virtù: ti darò le mie. Quando dovrai soffrire, ti darò la forza. Mi hai dato l’amore, ti darò di saper amare al di là di quanto puoi sognare… Ma ricordati… amami come sei… Ti ho dato mia Madre; fa passare, fa passare tutto dal suo Cuore così puro. Qualunque cosa accada, non aspettare di essere santo per abbandonarti all’amore, non mi ameresti mai… Va…”

mercoledì 30 giugno 2010

Gloria Polo testimonianza straordinaria

DALL’ILLUSIONE ALLA
VERITA’
Testimonianza dal vivo di Gloria Polo,medico dentista,
in una chiesa di Caracas, Venezuela,il giorno 5 maggio 2005.
“Sono stata alle porte del cielo
e dell’inferno”
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DICHIARAZIONE
Dopo l’abrogazione dei canoni 1399 e 2318 del Codice di
Diritto Canonico, ad opera di Paolo VI in AAS 58 (1966), gli scritti
riguardanti nuove apparizioni, manifestazioni, miracoli, ecc.,
possono essere divulgati e letti dai fedeli anche senza autorizzazione
esplicita da parte dell’autorità ecclesiastica, purché i contenuti
osservino in tutto la morale cristiana .
In accordo con il decreto di Urbano VIII, dichiariamo che, ai
fatti narrati o presentati, non si dà ufficialmente alcun valore
soprannaturale, fino a quando l’Autorità Ecclesiastica non abbia
espresso il suo giudizio.
CON LA PUBBLICAZIONE DI QUESTA TESTIMONIANZA, NON SI
VUOLE IN ALCUN MODO ANTICIPARE IL GIUDIZIO DEFINITIVO
DELLA CHIESA, PERTANTO CI SI SOTTOMETTERÀ PIENAMENTE
ALLLE SUE DECISIONI UFFICIALI.
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DALLA PREFAZIONE
ALL’EDIZIONE PORTOGHESE
Questa testimonianza di Gloria Polo capitò nelle mie mani attraverso una
persona, di cui sono molto amico. Quando lessi questa storia, sentii il dovere di
metterla per iscritto: le realtà di fede che vi si trovano qui raccontate, facevano già
parte della mia conoscenza. Ma non volevo lasciar cadere tanta verità, per questo
decisi di chiedere alla protagonista della storia l’autorizzazione di mettere per
iscritto questa sua esperienza.
Il libro che stai per leggere non contiene niente di più, niente di meno, di
quello che si trova nella Sacra Scrittura: eppure, dal momento che tanti non
riescono a vedere la verità del post-morte, Dio fece sperimentare e vivere a
qualcuno questo “di più”, di cui parla la Bibbia. Questo qualcuno si chiama Gloria
Polo, che ritornando in questa vita divenne come il faro di una realtà che riguarda
tutti.
Spero che questa testimonianza di Gloria Polo possa aiutarti nella tua
ricerca della Verità.
Questo libro vuole semplicemente mostrarti una realtà viva che ignori,
nonostante tu possa conoscerla, almeno in parte, se in qualche modo metti in
pratica la Parola di Verità chiamata BIBBIA. (…)
Padre Macedo SCJ
INTRODUZIONE
Se qualcuno ha dubbi, o pensa che Dio non esiste, che l’Aldilà sia cosa da
film, o che con la morte tutto finisce, faccia il favore di leggere questa
testimonianza! Ma legga dall’inizio alla fine! Sicuramente la sua opinione, fosse
anche la più scettica, cambierà! Si tratta di un fatto realmente accaduto! Gloria
Polo è una donna che “morì”, passò all’altro mondo e ritornò proprio per dare la
sua testimonianza agli increduli. Dio ci dà molte prove, ma noi neghiamo sempre
la sua esistenza.
Gloria Polo vive attualmente in Colombia, continua ad esercitare la stessa
professione che aveva prima dell’accaduto. E’ rimasta con enormi cicatrici, ma ha
una vita normale; la differenza è che adesso è una donna con molta fede! Viaggia
molto, per dare la sua testimonianza a migliaia di persone, compiendo la missione
che Dio le ha affidato (ha l’autorizzazione da parte della Chiesa per questo).
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Questa è la trascrizione di una sua testimonianza, data in una chiesa di
Caracas (Venezuela), il 5 maggio del 2005, e che traduciamo dallo spagnolo. E’
autentico! NON E’ FINZIONE.
TESTIMONIANZA DI GLORIA POLO
Buon giorno, fratelli. E’ meraviglioso per me essere qui, per condividere
con voi questo regalo così bello che il Signore mi fece.
Quello che sto per raccontarvi, accadde il 5 Maggio 1995, all’Università
Nazionale di Bogotà, a partire dalle ore 16.30.
Sono dentista. Io e mio cugino di 23 anni, anch’egli dentista, stavamo
studiando per prendere la specializzazione. In quel giorno, che era di venerdì,
intorno alle 16.30 h, camminavamo insieme con mio marito verso la Facoltà di
Odontoiatria, per cercare alcuni libri di cui avevamo bisogno. Con mio cugino
camminavo sotto un piccolo ombrello, mentre mio marito indossava un
impermeabile e per ripararsi meglio camminava lungo la parete della Biblioteca
Generale. Noi due saltavamo da una parte all’altra per evitare le pozzanghere,
avvicinandoci così agli alberi: mentre ne saltavamo una piuttosto grande, ci cadde
addosso un fulmine, che ci lasciò carbonizzati.
Mio cugino morì sul colpo. Il fulmine entrò da dietro, bruciandolo dentro
completamente, e uscì dal piede, lasciandolo intatto all’esterno. Nonostante la sua
giovane età, era un ragazzo molto religioso. Aveva una gran devozione per Gesù
Bambino e ne portava sempre al collo una Sua immagine: si trattava di un cristallo
di quarzo tipo medaglia. Le autorità dissero che fu il quarzo ad attirare il fulmine
su mio cugino, perché entrò nel cuore bruciandolo tutto…
Rimanendo intatto esternamente, ebbe subito un arresto cardiaco che non rispose
ai tentativi rianimazione fatti dai medici, e morì sul posto.
Quanto a me, il fulmine mi entrò dal braccio, bruciando spaventosamente
tutto il corpo, sia fuori che dentro: in pratica sparì la mia carne; così anche i seni,
specialmente il sinistro, al posto del quale rimase un buco. Fece sparire la carne
del mio ventre, delle gambe, delle costole, carbonizzò il fegato, bruciò gravemente
i reni, i polmoni, le ovaie… e uscì dal piede destro.
Per la mia contraccezione, facevo uso della spirale, (un dispositivo intrauterino
a forma di T), e poiché il materiale di cui è fatto (il rame) è un buon
conduttore elettrico, il fulmine carbonizzò e polverizzò anche le ovaie, che
diventarono come due acini d’uva passa.
Rimasi in arresto cardiaco, praticamente senza vita, con il corpo che saltava a
causa dell’elettricità ancora presente in quel luogo.
Questo corpo che voi vedete qui, adesso, questo corpo ricostruito, è frutto
della misericordia di Nostro Signore.
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L’ALTRO MONDO
Ma questa è solo la parte fisica… Il bello è che, mentre il mio corpo
rimaneva lì carbonizzato, in quello stesso istante io mi ritrovai dentro un
bellissimo tunnel bianco di luce, una luce meravigliosa, che mi faceva sentire una
gioia, una pace, una felicità che non ho parole per descrivere la grandezza di quel
momento. Fu una vera estasi. Guardai, e nel fondo di questo tunnel vidi una luce
bianca, come un sole, una luce bellissima…Dico bianca per dirvi un colore, ma si
tratta di colori che non si possono paragonare a quelli che esistono sulla terra. Era
una luce stupenda: sentii attraverso di essa come una fonte di pace, di amore, di
luce…
Quando salii per questo tunnel verso la luce, mi dissi: “Caramba, sono
morta !”
Allora pensai ai miei figli e sospirai: “Ahimé, mio Dio, i miei figliolini! Che cosa
diranno i miei figli? Questa madre così occupata, che mai aveva tempo per
loro…”. Infatti, uscivo al mattino presto tutti i giorni, e non rientravo prima delle
11 di notte.
Allora vidi la realtà della mia vita, e sentii molta tristezza. Ero uscita di
casa decisa a conquistare il mondo, ma a che prezzo! ...Mettendo al secondo posto
la mia casa e i miei figli! ...In quell’istante di vuoto per l’assenza dei miei figli,
senza sentire più il mio corpo, né la dimensione del tempo e dello spazio, guardai,
e vidi qualcosa di molto bello: vidi tutte le persone della mia vita… In un unico
istante, nel medesimo momento, tutte le persone, quelle vive e quelle defunte.
Potei abbracciare i miei bisnonni, i nonni, i genitori (che erano morti)…tutti! Fu un
momento di pienezza, meraviglioso. Compresi allora di essermi ingannata con la
storia della reincarnazione: mi avevano detto che mia nonna si era reincarnata, ma
senza dirmi dove. Poiché l’informazione mi costava troppi soldi, lasciai stare e non
approfondii le ricerche per sapere in chi si fosse reincarnata. Sapete, io difendevo
la teoria della reincarnazione… E adesso, lì, avevo appena abbracciato la mia
nonna, la bisnonna…
Le abbracciai bene, come potei fare con tutte le persone che conoscevo, vivi e
defunti. E tutto in un unico istante. Mia figlia, quando l’abbracciai, si spaventò:
aveva 9 anni, e sentì il mio abbraccio, perché io potevo abbracciare anche i vivi
(solo che, normalmente, non sentiamo quest’abbraccio).
Quasi non mi resi conto del passare del tempo, durante quel momento
così bello. E poi, ora che non avevo più il corpo, era stupendo vedere le persone in
un modo del tutto nuovo. Prima, infatti, sapevo solo criticare: se uno era grasso,
magro, brutto, elegante, non elegante, ecc.
Quando parlavo degli altri, dovevo sempre fare qualche critica. Adesso no: adesso
vedevo le persone dal di dentro, e com’era bello… Mentre li abbracciavo, vedevo i
loro pensieri, i loro sentimenti…
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Così continuavo ad avanzare, piena di pace, felice; e quanto più salivo,
tanto più sentivo che stavo per vedere qualcosa di molto bello. Infatti, verso il
fondo, avvistai un lago bellissimo…si! Vedo un lago stupendo, alberi così belli,
ma così belli, meravigliosi… E fiori bellissimi, di tutti i colori, con un profumo
delizioso, così diverso da quelli dei nostri fiori… Tutto era talmente bello in quel
giardino stupendo, così meraviglioso… Non esistono parole per descriverlo, tutto
era amore.
C’erano due alberi, ai lati di qualcosa che sembrava essere un’entrata. E’ tutto così
diverso da quello che noi conosciamo quaggiù: non si trovano al mondo colori
simili, lassù è tutto talmente bello! ...Fu in quel momento che mio cugino entrò in
quel meraviglioso giardino.
…Io sapevo! Sentivo che non dovevo, non potevo entrare lì…
IL PRIMO RITORNO
In quello stesso istante sento la voce di mio marito. Si lamenta e piange
con un sentimento profondo, e grida: “Gloria!!! Gloria! Per favore, non lasciarmi!
Guarda i tuoi bambini, i tuoi figli hanno bisogno di te! Gloria, torna indietro!
Torna indietro! Non essere vigliacca! Ritorna!”
Io sentii tutto, e lo vidi piangere con tanto dolore… Ahimé, in quel momento
Nostro Signore mi concede il ritorno… Ma io non volevo tornare! Quella pace,
quella gioia di cui ero avvolta, mi affascinavano! Ma, poco a poco, cominciai a
ridiscendere verso il mio corpo, che trovai senza vita. Lo vidi esanime in una
barella dell’Università Nazionale di Infermeria. Vidi i medici che davano scosse
elettriche al mio cuore, per togliermi dall’arresto cardiaco. Io e mio cugino
eravamo rimasti più di 2 ore stesi per terra, perché i nostri corpi emanavano
scariche elettriche, e non potevano essere toccati. Solo quando l’elettricità si
scaricò completamente, poterono soccorrerci. Allora cominciarono i tentativi di
rianimazione su di me.
Guardai, e poggiai i piedi della mia anima (anche l’anima ha forma
umana), la mia testa fece una scintilla e con violenza entrai, perché il corpo
sembrava risucchiarmi dentro. Fu un dolore immenso entrare: uscivano scintille da
tutte le parti ed io mi sentivo incastrare dentro qualcosa di molto piccolo (il mio
corpo). Era come se il mio corpo, con questo peso e questa statura, entrasse
improvvisamente in un vestito da bambino, ma di ferro. Era una sofferenza
terribile, sentivo il dolore intenso della mia carne bruciata, il corpo tutto ustionato
mi procurava un dolore indescrivibile, ardeva terribilmente e sprigionava fumo e
vapore… Udii i medici gridare: “Torna in sé! Torna in sé!”
Loro erano felicissimi, ma la mia sofferenza era indescrivibile! Le gambe erano
spaventosamente nere, il corpo e le braccia erano rimaste con la carne viva! Il
problema delle gambe si complicò quando si considerò la possibilità di amputarle!
…Ma per me c’era un altro dolore terribile: la vanità di una donna
mondana, la donna intraprendente, intellettuale, la studentessa… Schiava del
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corpo, della bellezza, della moda, dedicavo 4 ore ogni giorno all’aerobica;
schiavizzata per avere un bel corpo, mi sottoponevo a massaggi, diete, iniezioni…
Insomma, tutto quello che potete immaginare. Questa era la mia vita, una routine
di schiavitù per avere un bel corpo.
Dicevo sempre: se ho un bel seno, è per mostrarlo; perché nasconderlo?
Lo stesso dicevo delle mie gambe, perché sapevo di avere delle gambe
spettacolari, e buoni addominali… Ma in un istante, vidi con orrore come tutta la
mia vita era stata solo una continua e inutile cura del corpo… Perché questo era il
centro della mia vita: l’amore al mio corpo. E adesso, non avevo più un corpo! Al
posto del seno avevo due buchi impressionanti, soprattutto il sinistro, che era
praticamente sparito. Le gambe erano terribili a vedersi, come a brandelli, senza
carne, nere come il carbone. Notate: le parti del corpo che più curavo e stimavo,
furono quelle che rimasero completamente bruciate e letteralmente senza carne.
ALL’OSPEDALE
In seguito mi portarono all’Ospedale del “Seguro Social”, dove mi operarono
immediatamente, e cominciarono ad asportare tutti i tessuti bruciati. Mentre mi
anestetizzavano, uscii nuovamente dal corpo, preoccupata per le mie gambe,
quando all’improvviso, in quello stesso momento, terribile e orribile…
Ma prima devo dirvi una cosa, fratelli: io ero una “cattolica dietetica”, lo
fui per tutta la vita, perché la mia relazione con Dio si risolveva in una Messa di 25
minuti alla Domenica, e basta. Andavo alla Messa dove il sacerdote parlava meno,
perché mi stancavo! Che angoscia sentivo, con quei sacerdoti che parlavano
molto! Questa era la mia relazione con Dio! Per questo tutte le correnti del mondo
mi trascinavano: mi mancò la protezione della preghiera fatta con fede, anche nella
Messa! Un giorno, quando stavo studiando per la specializzazione, udii un
sacerdote affermare che non esiste l’inferno, e nemmeno i demoni! Era proprio
quello che volevo sentirmi dire! Subito pensai fra me: se non esistono i demoni, e
l’inferno non c’è, allora andiamo tutti in Cielo! E perciò, cos’ho da temere?!
Ciò che più mi rattrista ora, e che vi confesso con grande vergogna, è che
l’unico legame che ancora mi manteneva nella Chiesa, era la paura del diavolo.
Quando sentii che l’inferno non esiste, dissi immediatamente: benissimo, se tutti
andiamo in Cielo, non importa quello che siamo o quello che facciamo!
Questo determinò il mio allontanamento totale dal Signore. Mi allontanai dalla
Chiesa e cominciai a parlare male, con parolacce, ecc. Non avevo più paura del
peccato, e cominciai a guastare la mia relazione con Dio. Iniziai a dire a tutti che i
demoni non esistono, che sono invenzioni dei preti, che sono manipolazioni da
parte della Chiesa, e infine… Arrivai a dire ai miei colleghi dell’Università che
Dio non esisteva, che eravamo un prodotto dell’evoluzione, ecc. ecc., riuscendo a
influenzare molta gente!
Torniamo adesso nella sala operatoria: quando mi vedo in quella
situazione, che spavento terribile! Vedevo finalmente che i demoni esistono
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eccome, e venivano a cercare proprio me! Venivano a presentarmi il conto, per
così dire, poiché avevo accettato le loro offerte di peccato! E queste offerte non
sono gratis! Si pagano!! I miei peccati avevano le loro conseguenze…
In quel momento, dunque, cominciai a veder uscire, dalla parete della sala
operatoria, tantissime persone, apparentemente comuni, normali, ma con uno
sguardo pieno d’odio, diabolico, spaventoso, che fece tremare la mia anima:
percepii immediatamente che si trattava di demoni. Avevo in me come una
consapevolezza speciale: comprendevo infatti che a ciascuno di essi dovevo
qualcosa, che il peccato non è gratuito, e che la principale menzogna del demonio
è quella di dire che non esiste: questa è la sua migliore strategia per poter lavorare
a piacere con noi. Mi resi conto che sì, esiste, e che veniva per accerchiarmi, per
cercarmi! Immaginatevi lo spavento, il terrore!!
La mia mente scientifica e intellettuale, adesso non mi serviva a niente. Giravo qua
e là nella stanza, cercavo di rientrare nel mio corpo, ma questa mia carne non mi
riceveva, e lo spavento era terribile! Finii col fuggire di corsa, attraversai non so
come la parete della sala operatoria, sperando di potermi nascondere tra le corsie
dell’ospedale, ma quando passai il muro… Giù! Feci un salto nel vuoto...! Mi
diressi dentro una quantità di tunnel che scendevano verso il basso. Al principio
c’era ancora un po’ di luce, ed erano come alveari in cui si trovava tantissima
gente: giovani, vecchi, uomini, donne, che piangevano, e con urla spaventose
stridevano i denti… Ed io, sempre più atterrita, continuavo a scendere, cercando di
uscire da lì, mentre la luce andava via via perdendosi… Rimasi a vagare per quei
tunnel in un buio spaventoso, finché arrivai ad un’oscurità che non si può
paragonare a niente altro… Posso solo dire che, in confronto, l’oscurità più buia
della terra non è neppure paragonabile al pieno sole di mezzogiorno. Laggiù,
quella stessa oscurità genera dolore, orrore, vergogna, e puzza terribilmente. E’
un’oscurità vivente, sì, è viva: là niente è morto o inerte. Alla fine della mia
discesa, correndo lungo tutti questi tunnel, arrivai ad un luogo pianeggiante. Ero
disperata, con una volontà di ferro di uscire da lì: la stessa volontà che avevo di
salire nella vita, ma che ora non mi serviva a niente, perché lì stavo e lì rimanevo.
Ad un certo punto vidi il suolo aprirsi, come una grande bocca, enorme! Era viva!
Viva! Sentii il mio corpo vuoto, vuoto in un modo impressionante, e sotto di me un
abisso incredibilmente spaventoso, orribile; ciò che più agghiacciava era che, da lì
in giù, non si sentiva nemmeno un po’ d’Amor di Dio, neanche una gocciolina di
speranza. Quella voragine aveva come qualcosa che mi risucchiava dentro. Io
gridavo come una pazza, terrorizzata, sentendo l’orrore di non poter evitare quella
discesa, perché avvertivo di scivolare irrimediabilmente dentro… Sapevo che, se
fossi entrata, non sarei affatto rimasta là, ma avrei continuato a scendere, senza
poter mai più risalire. Era, questa, la morte spirituale per la mia anima.
La morte spirituale dell’anima: ero irrimediabilmente perduta per sempre. Ma in
quest’orrore così grande, proprio mentre sto per entrare, S. Michele Arcangelo mi
afferra per i piedi… Il mio corpo entrò in quell’ abisso, ma i piedi rimanevano
presi in alto. Fu un momento terribile e veramente doloroso. Quando arrivai lì, la
luce che ancora restava nel mio spirito infastidì quei demoni; tutti gli orripilanti
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esseri immondi che abitano là, immediatamente si attaccarono a me. Quelli esseri
orribili erano come larve, come sanguisughe che cercavano di tappare la luce.
Immaginatevi l’orrore nel vedermi coperta da tali creature… Io gridavo, gridavo
come una pazza! Quelle cose bruciavano! Fratelli, sono tenebre vive, è un odio che
brucia, che ci divora, ci mette a nudo. Non ci sono parole per descrivere
quell’orrore!
LE ANIME DEL PURGATORIO
Notate che io ero atea, ma lì cominciai a gridare: “Anime del Purgatorio!
Per favore, tiratemi fuori di qui! Vi supplico, aiutatemi!”
Mentre gridavo, cominciai a sentir piangere migliaia e migliaia di persone,
giovani… Sì, soprattutto giovani, con tanta, tanta sofferenza! Percepii che lì, in
quel luogo terribile, in quel pantano d’odio e di sofferenza, stridevano i denti, con
urla e lamenti che mi riempivano di compassione e che mai più potrò
dimenticare… (Sono già passati 10 anni, ma ancora piango e soffro, quando
ricordo la sofferenza di tutte quelle persone)… Dicevo, compresi che lì si
trovavano tutte quelle persone che, in un attimo di disperazione, si erano
suicidate… Adesso stavano in quei tormenti, con quegli esseri orribili vicino a
loro, circondate da demoni che le tormentavano. Ma il più crudele di questi
tormenti era l’assenza di Dio, perché là non si sente Dio. Compresi che, coloro che
in un momento di disperazione si erano tolti la vita, dovevano rimanere lì, fra quei
tormenti, fino a che sulla terra non fossero trascorsi tutti gli anni che avrebbero
avuto ancora da vivere: perché tutti quelli che si suicidano, escono dall’Ordine
Divino.
Quelle povere persone, soprattutto tanti giovani, tanti, tanti… Piangono e soffrono
molto… Se l’uomo sapesse la sofferenza che lo aspetta, mai nessuno prenderebbe
la decisione di togliersi la vita!
Sapete qual è il maggior tormento, là?
E’ vedere come i propri genitori, o i familiari, che sono vivi, stanno piangendo e
soffrendo con tremendi sensi di colpa: se io l’avessi castigato, o se non l’avessi
castigato, se io gli avessi detto, o non glielo avessi detto, se avessi fatto questo o
quello… Alla fine, questi rimorsi così terribili, -un vero inferno per quelli che li
amano e restano in questa vita-, sono ciò che più li fa soffrire. E’ il tormento
maggiore per loro, ed è qui che i demoni infieriscono, mostrando queste scene:
“Guarda come piange tua madre, guarda come soffre, guarda come soffre tuo
padre, guarda come sono disperati, come sono angosciati, come s’incolpano e
discutono, accusandosi a vicenda, guarda tutta la sofferenza che hai procurato loro.
Guarda come si ribellano contro Dio. Guarda la tua famiglia… Tutto questo per
colpa tua!”
Ciò di cui queste povere anime hanno bisogno, è che quanti restano
quaggiù comincino un cammino di conversione, che cambino vita, che facciano
opere di carità, che visitino i malati… E che offrano Messe in suffragio dell’anima
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del defunto. Queste anime beneficiano enormemente di tutto ciò. Infatti, le anime
che si trovano in Purgatorio non possono più fare niente per se stesse. Niente! Ma
Dio sì, attraverso la Messa. Anche noi dobbiamo aiutarle in questo modo.
Compresi dunque che quelle povere anime non potevano aiutarmi, e in
questa sofferenza, in questa angoscia, cominciai nuovamente a gridare: “Ma qui
c’è un errore! Guardate che io sono una santa! Io non ho mai rubato! Non ho mai
ucciso! Non facevo male a nessuno! Anzi, prima di andare in fallimento,
importavo i migliori prodotti dalla Svizzera, toglievo e aggiustavo i denti, e molte
volte non facevo pagare se i clienti non potevano permetterselo! Io facevo la spesa
e la donavo ai poveri! Che ci faccio qui?!...”
Rivendicavo i miei diritti! Io, che ero così buona, che sarei dovuta andare
dritta in Cielo, che cosa ci facevo lì?!
Andavo tutte le Domeniche a Messa, nonostante mi considerassi atea e
non dessi attenzione a ciò che il sacerdote diceva; non mancavo mai. Se mancai
alla Messa della Domenica 5 volte in tutta la mia vita, era tanto! Cos’è che ci
facevo lì?!
“Ma che ci faccio io, qui? Tiratemi fuori di qui! Tiratemi fuori di qui!”.
Continuai a gridare atterrita, con quegli esseri orribili appiccicati a me!
“Io sono cattolica! Io sono cattolica, per favore, tiratemi fuori da qui!”
VIDI I MIEI GENITORI
Quando gridavo che ero cattolica, vidi una piccola luce: e guardate che
una lucina pur piccola, in quelle tenebre, è il massimo, è il più gran regalo che si
possa ricevere. Vedo dei gradini in cima a questa voragine, e vedo mio padre (che
era morto 5 anni prima) quasi all’entrata dell’abisso. Aveva un pochino più di
luce; e quattro gradini più su vidi mia madre, con moltissima più luce e in una
posizione così, come in preghiera. Appena li vidi, ebbi una gioia così grande che
cominciai a gridare: “Papà! Mamma! Che gioia! Venite a prendermi! Venite a
togliermi da qui! Papà, mamma, per favore, tiratemi fuori di qui! Vi supplico,
portatemi via da qui! Portatemi via!!”
Mentre succedeva tutto questo, il mio corpo si trovava in coma profondo:
ero intubata, collegata alle macchine, e agonizzante. L’aria non entrava più nei
polmoni, i reni non funzionavano… Se rimanevo collegata ai macchinari, era
soltanto perché mia sorella, che è medico, aveva insistito con i suoi colleghi,
adducendo il motivo che loro non erano Dio. Infatti, pensavano che non valesse la
pena tenermi in vita, e parlarono in questi termini ai miei familiari: dissero che non
era il caso di accanirsi, che era meglio lasciarmi morire tranquilla, perché ormai mi
trovavo in agonia. Ma mia sorella insistette così tanto, che essi…
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Sapete l’incoerenza? Io difendevo l’eutanasia, il diritto a morire
dignitosamente!
I medici non lasciavano entrare nessuno dove stavo io, se non questa mia
sorella medico, che rimaneva continuamente accanto a me.
Quando la mia anima, che si trovava nell’aldilà, vide i miei genitori, mia
sorella, che stava vicino al mio corpo in coma, mi udì chiaramente gridare a loro,
tutta contenta, che mi venissero a prendere.
Forse a qualcuno di voi sarà capitato di sentire una persona in stato d’incoscienza
gridare, o pronunciare delle parole: è quello che successe con me. Feci quasi
morire di spavento mia sorella! Infatti, cominciai a gridare di gioia quando li vidi,
chiedendo loro di venire a prendermi; allora mia sorella, che udì tutto, urlò:
“Adesso sì che è morta, mia sorella! Mia madre e mio padre sono venuti a
prendersela! Andate via, non prendetela! Và via, mamma, per favore; và via, papà,
per favore: non prendetela! Guardate che ha i figli piccolini! Non portatevela via!
Non portatevela via!”
I medici dovettero tirarla fuori di là, pensando che la mia povera sorella stesse
delirando, che fosse in stato di shock; il che sarebbe stato normale, perché non era
cosa da poco quello che stava passando: la morte di mio cugino, andare a prendere
il cadavere all’obitorio, la sorella che muore, non muore, ma non supererà le 24
ore, secondo il parere dei medici… Era ormai da tre giorni che andava avanti con
quest’angoscia, e per giunta senza dormire. Non meraviglia che la credessero
esaurita e in preda alle allucinazioni…
Quanto a me, immaginatevi che gioia quando vedo i miei genitori! In quel
luogo, in quella situazione così orribile nella quale mi trovavo, vedo i miei
genitori!
Quando guardarono verso di me e mi videro lì, non potete immaginare che dolore
immenso rivelarono i loro volti. Poiché là percepiamo e vediamo i sentimenti degli
altri, io vidi il dolore che essi sentirono, quella loro sofferenza così grande. Mio
padre cominciò a piangere tanto, tanto, e gridò: “Mia figlia! Oh, no! Mio Dio, mia
figlia no! Mio Dio, la mia fogliolina no!”
Mia madre pregava, e quando guardò verso di me io vidi il dolore nei suoi
occhi, ma nello stesso tempo niente le toglieva la pace e la dolcezza del volto,
nemmeno una lacrima! Invece di piangere, alzò gli occhi, poi tornò a guardare
verso di me. Compresi con orrore che essi non potevano tirarmi fuori di lì! Questo
aumentò la mia sofferenza, vedendoli lì a condividere il mio dolore ma senza poter
fare niente per me! Compresi pure che erano lì per rendere conto al Signore
dell’educazione che mi avevano dato. Essi erano i tutori, ai quali era stato affidato
il compito di custodire i talenti che Dio mi aveva dato. Con la loro vita e la loro
testimonianza, dovevano proteggermi dagli attacchi di satana. E dovevano
alimentare le grazie, che Dio aveva posto in me attraverso il Battesimo. Tutti i
genitori sono i custodi dei talenti che Dio dà ai figli.
Quando vidi la loro sofferenza, soprattutto quella di mio padre, gridai
nuovamente, disperata: “Toglietemi da qui! Toglietemi da qui! Io non ho colpa di
stare qui, perché sono cattolica! Io sono cattolica! Tiratemi fuori di qui!”
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IL MIO GIUDIZIO
Quando urlai di nuovo che ero cattolica, fratelli, udii una Voce, così
dolce, ma così dolce… Così bella, che riempì tutto di pace e d’amore, e fece
sussultare la mia anima. Quelle orribili creature che mi stavano appiccicate,
all’udirla, si prostrarono immediatamente in adorazione, e chiesero licenza di
ritirarsi, perché non resistevano alla dolcezza di quella Voce: allora si aprì
qualcosa, come una bocca verso il basso, ed essi fuggirono impauriti.
Immaginatevi! Quando vedo quegli esseri, quei demoni orripilanti, prostrati lì…
Al solo udire la Voce del Signore, (nonostante l’orgoglio di satana, per cui sentono
la cosa come molto spiacevole), si buttarono in ginocchio!
Quindi, vidi la Vergine Santissima prostrata, quando il sacerdote elevò
Nostro Signore nell’Ostia, durante la Messa che veniva celebrata per l’anima di
mio cugino. La Vergine Maria intercedeva per me! Prostrata ai piedi di Nostro
Signore, raccoglieva tutte le preghiere che il popolo della mia terra faceva per me,
e le Gliele consegnava.
Sapete, al momento dell’elevazione, quando il sacerdote alza l’Ostia, la
presenza di Gesù si sente, tutti si prostrano in ginocchio, perfino i demoni! ...E io,
che andavo a Messa senza un minimo di rispetto, senza dare alcuna attenzione, con
la gomma da masticare in bocca, a volte sonnecchiando, guardando da una parte,
persa in mille pensieri banali…! E poi avevo anche la faccia tosta di lamentarmi,
piena di superbia, che Dio non mi ascoltava quando Gli chiedevo qualcosa!
Credetemi, era sconvolgente vedere come, al passare di Nostro Signore,
tutte quelle creature, tutti quegli esseri spaventosi, si gettavano per terra, in
un’adorazione impressionante.
Vidi la Vergine Maria, graziosamente prostrata ai piedi del Signore, pregare per
me, in adorazione davanti a Lui. …E io, peccatrice, con la mia immondizia, a
trattarLo senza alcun rispetto, e dicendo che ero stata buona… Sì, buona
miserabile! Rinnegando e maledicendo il Signore!
Immaginate che peccatrice ero, quando perfino i demoni si prostravano a
terra, al passaggio del Signore Gesù Cristo…!
* * *
Quella Voce così bella mi dice: “Molto bene, se tu sei cattolica, dimmi
quali sono i comandamenti della Legge di Dio!”
…Pensate lo spavento! ...Quella domanda proprio non me l’aspettavo! Io sapevo
solo che erano 10! E poi… niente più!
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“E adesso, come me la cavo?”, pensavo afflitta. Mi ricordai allora che mia
madre diceva che il primo comandamento era l’amore, ne parlava sempre…
L’amore a Dio e l’amore al prossimo. Alla fine, i discorsi di mia madre erano
serviti a qualche cosa, mi dissi. Così scelsi questa risposta, sperando che bastasse e
che non si notasse il resto…! Pensavo di cavarmela così, come sempre facevo
quand’ero in vita: infatti, avevo sempre la risposta pronta, la risposta perfetta,
riuscivo sempre a giustificarmi e a difendermi in modo tale, che nessuno scopriva
quello che non sapevo. Adesso pensavo di cavarmela nello stesso modo. E
cominciai a dire: “Il primo comandamento è: amare Dio sopra ogni cosa, e… il
prossimo come me stesso.”
“Molto bene: – mi disse – e tu l’hai fatto? Hai amato?
Tutta confusa, risposi: “Io…sì! Sì, io sì. Sì!”
Ma quella Voce meravigliosa disse: “No!!!”
Vi assicuro che quando mi disse: “No!”, allora sì che sentii il colpo del fulmine!
Infatti, ancora non avevo sentito da che parte mi avesse colpito…Ma quando udii
quel “No!”, il dolore del fulmine lo sentii tutto!... Mi sentii nuda, caddero tutte le
mie maschere, e rimasi allo scoperto.
Quella Voce soave continuò a dirmi: “No!!! Tu non hai amato il tuo
Signore sopra ogni cosa, e tanto meno hai amato il tuo prossimo come te stessa!
Tu ti sei fatta un Dio che hai modellato su di te, sulla tua vita1 Solo nei momenti
d’estrema necessità, o di sofferenza, ti ricordavi del tuo Signore. Allora sì,
t’inginocchiavi, piangevi, chiedevi, offrivi novene, ti proponevi d’andare a Messa,
ai gruppi di preghiera, domandando qualche grazia o miracolo… Quand’eri
povera, quando la tua famiglia era umile, quando ancora desideravi diventare una
professionista, allora sì, tutti i giorni pregavi in ginocchio, ore intere, supplicando
il tuo Signore! Pregavi, chiedendomi che ti tirassi fuori da quella povertà, ti
permettessi di diventare una professionista e di essere qualcuno! Quando ti trovavi
nella necessità e avevi bisogno di denaro, allora sì, promettevi: Prego il Rosario,
ma Tu, Signore, concedimi un po’ di soldi!.
Questa era la relazione che avevi con il tuo Signore! Mai, hai mantenuto una
promessa fatta, neanche una! E oltre a non mantenere le promesse, non mi hai mai
ringraziato!”
E il Signore insistette su questo: “Tu davi la tua parola, facevi una promessa al tuo
Signore, ma mai la mantenevi!”
Il Signore mi mostrò una delle tante mie preghiere: quando Gli chiesi la
grazia di avere la mia prima auto, pregavo, e molto umilmente chiedevo che per
favore, mi concedesse anche solo una macchinina, perfino vecchia, non
importava…purché funzionasse. Ma appena ottenni quello che desideravo, non
dissi nemmeno un “grazie” al Signore; e 8 giorni più tardi, oltre a non averLo
ringraziato, già Lo rinnegavo e Lo maledicevo. Egli mi mostrò come, in tutte le
grazie che mi concedeva, non solo mancavo alle promesse fatte, ma nemmeno
rendevo grazie.
Vedevo il Signore in un modo veramente triste. Sapete, la mia relazione
con Dio era tipo “BANCOMAT”: mettevo un Rosario, e Lui doveva darmi
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denaro…e se non me lo dava, mi ribellavo. Il Signore mi mostrò tutto questo. Non
appena mi permise di avere la mia professione, -e di conseguenza, iniziare ad
avere un certo prestigio e anche il denaro-, il nome di Dio già mi stava stretto…
Cominciai a sentirmi grande, senza avere mai per Lui una minima espressione di
amore, o di gratitudine.
Essere riconoscente? Mai! Neppure un grazie per il nuovo giorno che mi donava, o
per la mia salute, o per avere un tetto dove abitare…Oppure una preghiera di
compassione per quei poveretti che non hanno casa, né di che mangiare…Niente!!!
Ingrata al massimo! Oltre tutto, diventavo sempre più incredula nei confronti del
mio Signore, mentre credevo in venere e mercurio per la fortuna, andavo
ciecamente dietro all’astrologia, dicendo che gli astri dirigono la nostra vita.
Cominciai a credere in tutte le dottrine che il mondo mi offriva. Credevo, per
esempio, nella reincarnazione: mi convinsi che, semplicemente, si moriva e si
ricominciava daccapo…e dimenticai di essere costata un prezzo di Sangue al mio
Signore Gesù.
Il Signore continuò: “Tutto quello che avevi, non ti era stato dato perché
lo avevi chiesto, ma era una benedizione che ricevevi dal Cielo: tu, invece, dicevi
di aver ottenuto tutto da te, perché eri lavoratrice, lottatrice… Che ogni cosa
l’avevi conquistata con le tue mani, e a forza di studiare. No! Guarda: quanti
professionisti ci sono, più qualificati di te, che lavorano quanto o più di te?”
Il Signore mi fece l’esame dei 10 Comandamenti, mostrandomi quella che
ero: che cioè a parole dicevo di adorare e amare Dio, ma al contrario adoravo
satana. Nel mio ambulatorio, era solita venire una signora che leggeva le carte, e
faceva delle magie per liberare da cattivi influssi, e io dicevo: “Non credo a queste
cose… Ma faccia pure, perché non si sa mai…”. E lei faceva le sue diavolerie. In
un angolo dove nessuno vedeva, mise un ferro di cavallo e una pianta di aloe, per
allontanare la sfortuna, e altre cose del genere. Sapete cosa feci, permettendo
questo? Aprii le porte ai demoni, perché entrassero a piacimento, e circolassero
liberamente, allegramente, nel mio ambulatorio e nella mia vita. Guardate che tutto
questo è vergognoso. Dio mi fece l’analisi di tutta la mia vita, alla luce dei 10
Comandamenti, mi mostrò quella che ero nei miei rapporti col prossimo, e con
Lui. Criticavo tutto e tutti… E tutti puntava con l’indice, la “santa Gloria”...! Mi
mostrò quando dicevo di amare Dio e il prossimo, ma al contrario ero molto
invidiosa. Adesso vedevo che, quando ingannavo qualcuno o mentivo, era come
spergiurare, perché nel momento in cui dicevo: “Sono cattolica”, dichiaravo che
Gesù Cristo era il mio Signore e allo stesso tempo davo testimonianza di
menzogna e inganno! Quanto male feci a tanta gente! Come del resto non fui mai
riconoscente ai miei genitori, per tutto il loro sacrificio e l’impegno affinché
potessi avere una professione e trionfare nella vita; per tutti i sacrifici e gli sforzi
che fecero… Ma io non lo vidi, lo ignorai, e appena ebbi il mio lavoro, perfino
loro diminuirono ai miei occhi: al punto di vergognarmi di mia madre, per la sua
umiltà e povertà.
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Gesù continuò, mostrandomi che sposa ero: passavo tutto il giorno a
brontolare, fin dal risveglio. Mio marito mi diceva: “Buona giornata!”. E io: “forse
lo sarà per te!! Guarda che pioggia!”. Sempre brontolavo e contraddicevo tutto.
…Quanto a santificare i giorni di festa? Che spavento! Che dolore sentii! Gesù mi
fece vedere come dedicassi 4 e anche 5 ore al mio corpo con la ginnastica, e
neanche 10 minuti al giorno per il mio Signore, né un ringraziamento, o una bella
preghiera…no, niente! Anzi, a volte addirittura recitavo il Rosario cominciandolo
a tutta velocità, durante l’intervallo della telenovela. Pensavo di riuscire a pregarlo
mentre andava in onda la pubblicità. Iniziavo rapidamente, senza prestare
attenzione a quello che dicevo, preoccupata piuttosto se la telenovela fosse già
cominciata o no, e a che punto era arrivata. Insomma, senza elevare il cuore a Dio.
Gesù continuava a mostrarmi come non fossi per niente riconoscente nei
Suoi confronti, e la pigrizia che avevo nell’andare a Messa. Quando ancora vivevo
con i miei genitori, e mia madre mi obbligava ad andarci, le dicevo: “Ma, mamma,
se Dio è dappertutto, che bisogno ho di andare in chiesa per la Messa?”. Chiaro,
per me era molto comodo dire così… E Gesù me lo mostrò. Avevo il Signore 24
ore al giorno per me, tutta la mia vita Dio si prese cura di me, e io così pigra a
dedicarGli un po’ di tempo la Domenica, a mostrarGli la mia gratitudine, il mio
amore per Lui… Ma la cosa peggiore fu sapere che, frequentare la chiesa,
significava andare a nutrire la mia anima. Io, invece, mi dedicai totalmente alla
cura del mio corpo, divenni schiava della mia carne, e mi dimenticai di questo
particolare: che avevo un’anima! E mai mi curai di essa.
Della Parola di Dio, dicevo perfino, sfacciatamente, che chi leggeva
molto la Bibbia, diventava pazzo. Arrivai al punto d’essere blasfema, e
l’incoerenza della mia vita mi portò a dire: “Ma quale Santissimo? E Dio sarebbe
presente lì? Nella pisside e nel calice? ...I preti ci dovrebbero aggiungere
acquavite, per dargli un buon sapore!”.
Fino a che punto arrivò il degrado della mia relazione con Dio! Lasciai la
mia anima senza nutrimento, e come se non bastasse, non facevo altro che criticare
i sacerdoti. Se voi sapeste, fratelli, come rimasi male riguardo a questo, davanti a
Gesù! Il Signore mi mostrò come si ridusse la mia anima a causa di tutte queste
critiche. Oltre tutto, pensate che dichiarai omosessuale un sacerdote, e l’intera
Comunità lo venne a sapere… Non immaginate il male che feci a quel prete! No,
non potete immaginarlo! Non posso raccontarvelo, perché sarebbe troppo lungo.
Vi dico soltanto che, una sola parola, ha il potere di uccidere e distruggere le
anime. Adesso vedevo tutto il male che avevo fatto! La mia vergogna era così
grande, che non ci sono parole per descriverla! Posso solo supplicarvi di non fare
lo stesso: non criticate! Pregate! Vidi che le mancanze più gravi di cui si macchiò
la mia anima, e che attirarono più maledizioni nella mia vita, furono il parlar male
dei sacerdoti!
PREGARE PER I SACERDOTI
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La mia famiglia ha sempre criticato i sacerdoti. Da quando eravamo
piccoli, mio padre, e tutti in casa, criticavano e dicevano: “Questi preti sono dei
donnaioli, e hanno più soldi di noi… E sono questo, e sono quello…”, e noi
ripetevamo.
Nostro Signore mi diceva quasi gridando: “Chi pensavi d’essere, per farti dio e
giudicare i miei consacrati?! Essi sono di carne, e la santità è loro data a beneficio
delle comunità in cui li ho posti come dono. E le comunità hanno il dovere di
pregare per lui, d’amarlo e sostenerlo”. Sappiate, fratelli, che, quando un sacerdote
cade, sarà la comunità a rispondere della sua santità. Il demonio odia i cattolici,
immensamente di più i sacerdoti. Odia la nostra Chiesa, perché dove c’è un
sacerdote che consacra…
Apro una parentesi: dovete tutti sapere che il sacerdote, pur rimanendo un
uomo, è un consacrato del Signore, riconosciuto dall’Eterno Padre, così che in un
pezzo di pane avviene un miracolo, una transustanziazione: per le mani del
sacerdote, esso diventa il Corpo e il sangue di Nostro Signore Gesù Cristo... E
queste mani, il demonio le odia intensamente, terribilmente. Il demonio detesta noi
cattolici a causa dell’Eucaristia, perché l’Eucaristia è una porta aperta per il Cielo,
ed è l’unica porta! Senza l’Eucaristia, nessuno entra in Cielo. Quando una persona
sta agonizzando, Dio le si pone accanto, indipendentemente dalla religione a cui
appartiene o dalle sue credenze; il Signore si rivela e le dice affettuosamente, con
tanto Amore e Misericordia: “Io sono il tuo Signore!”. E se la persona chiede
perdono e accetta questo Signore, accade qualcosa che è difficile da spiegare: Gesù
porta immediatamente quest’anima dove si sta celebrando la Messa in quel
momento, e la persona riceve il Viatico, che è una comunione mistica. Perché solo
chi riceve il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo, può entrare in Cielo. E’ qualcosa di
mistico, è una grazia immensa che abbiamo nella Chiesa cattolica, una grazia che
Dio ha dato alla nostra Chiesa; e molta gente parla male di questa Chiesa,eppure
attraverso di Essa riceve la salvezza e va in Purgatorio, e lì continua a beneficiare
della grazia dell’Eucaristia. Si salvano. Vanno in Purgatorio, ma si salvano! Per
questo il demonio odia tanto i sacerdoti: perché dove c’è un sacerdote, ci sono
delle mani che consacrano il pane e il vino, facendoli diventare per noi il Corpo e
il Sangue di Gesù Cristo. Perciò dobbiamo pregare tanto per i sacerdoti, perché il
demonio li attacca costantemente.
Nostro Signore mi fece vedere tutto questo.
I SACRAMENTI
Solo attraverso il sacerdote abbiamo il sacramento della riconciliazione,
per esempio! Solo tramite lui otteniamo il perdono delle nostre colpe. Sapete cos’è
il confessionale? E’ un “lavacro d’anime”! Non con acqua e sapone, ma con il
Sangue di Cristo! Quando la mia anima si trovava sudicia, nera a causa del
peccato, se mi fossi confessata, essa sarebbe stata lavata con il Sangue di Cristo,
inoltre avrei rotto i lacci che mi tenevano legata al maligno. Non avrebbe dunque
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ragione, il demonio, di detestare i sacerdoti?! Anche quelli che fossero grandi
peccatori, hanno il potere di assolvere i peccati. E il Signore mi mostrò come: nella
Ferita del Suo Cuore… Si!
Sapete, ci sono cose che sorpassano l’intelligenza dell’uomo perché sono
realtà spirituali, eppure si tratta di verità ancora più reali delle nostre… Attraverso
questa Ferita, dicevo, un’anima sale al livello Divino, al livello della Misericordia
Divina, alla porta della Misericordia, sale fino nel Cuore di Gesù, eterno
Sacerdote; e lì, Gesù pone la Sua Croce, sanguinando nel Suo Eterno Presente… E
quell’anima torna pulita. Adesso vedevo come la mia anima tornò pulita nella
confessione, e in ogni peccato che confessai, Nostro Signore ruppe il laccio che mi
univa a satana. (E io, purtroppo, mi allontanai dalla confessione!)
...Ma tutto questo avviene solo attraverso il sacerdote. Perciò abbiamo
l’obbligo e il dovere di pregare per loro, perché Dio li protegga, li illumini, e li
guidi.
Per tutti questi motivi il demonio odia terribilmente la Chiesa Cattolica e i
sacerdoti.
IL MATRIMONIO
Mi piacerebbe parlarvi della grande grazia che è il sacramento del
matrimonio. Quando entriamo in chiesa il giorno delle nostre nozze, al momento
in cui diciamo il nostro “sì”, promettendo di essere fedeli sempre, nella gioia e nel
dolore, nella salute e nella malattia, ecc., sapete a Chi promettiamo? Niente più,
niente meno che a Dio Padre! Il nostro Dio è affascinato dal matrimonio! E’
l’unico Testimone, quando diciamo queste parole. Ognuno di noi, quando morirà,
vedrà questo momento nel proprio Libro della Vita. Allora scorgerà una luce
dorata indescrivibile, un intenso splendore: Dio Padre scrive queste parole nel
Libro con lettere d’oro, bellissime.
Nel momento in cui riceviamo il Corpo e il Sangue di Gesù, stringiamo un patto
con Dio, e con la persona che abbiamo scelto per condividere insieme una vita.
Quando pronunciamo queste parole, le diciamo alla Santissima Trinità.
Vidi che nel giorno del mio matrimonio, quando io e mio marito
ricevemmo la S. Eucaristia, non eravamo più due, ma tre! Noi due, e Gesù! Infatti,
appena ci comunichiamo con Gesù, Egli ci unisce come una cosa sola! Ci pone nel
Suo Cuore e diventiamo UNO, formando con Gesù una trinità santa! “L’uomo non
separi ciò che Dio ha unito”.
Ora io domando: chi separa quest’UNO? Nessuno! Nessuno, fratelli, può
separarlo! Nessuno, dopo che il matrimonio è stato consumato! E se i due sposi
arrivano vergini al matrimonio, non immaginate le benedizioni che si riversano su
questo matrimonio!
Vidi anche il matrimonio dei miei genitori. Quando mio padre infilò
l’anello al dito di mia madre, e il sacerdote li dichiarò marito e moglie, Nostro
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Signore consegnò a mio padre un bastone di legno, splendente di Luce, che
sembrava un po’ curvo. Si tratta di una grazia che Dio dà all’uomo: è un dono
d’autorità di Dio Padre, affinché quest’uomo possa guidare il piccolo gregge che
sono i figli, nati nel matrimonio, e anche per difendere il matrimonio e i figli da
tanti mali che attaccano le famiglie.
A mia madre, Dio Padre depose nel cuore qualcosa che pareva una sfera
di Fuoco, bellissima: essa sta a significare l’Amore di Dio, lo Spirito Santo.
Conobbi che mia madre era una donna molto pura. Dio era felice, gioioso. Non
immaginate quanti spiriti immondi s’impadronirono di mio padre in quel
momento. Questi spiriti sembrano larve, sanguisuga. Sapete, quando qualcuno ha
delle relazioni fuori dal matrimonio, immediatamente gli spiriti maligni si
attaccano a tutte le parti della persona; cominciano dai suoi organi sessuali,
s’impossessano della carne, degli ormoni; occupano il cervello, prendono l’ipofisi
e tutta la parte neurologica dell’organismo della persona, e cominciano a produrre
una quantità di ormoni che portano agli istinti più bassi. Trasformano un figlio di
Dio in uno schiavo della carne, dei propri istinti, del suo appetito sessuale, ciò che
porta la persona ad essere di quelle che, come si dice, “si godono la vita”.
Quando una coppia è vergine, dà gloria a Dio. Avviene un patto sacro con
Lui, che santifica questa sessualità. Infatti la sessualità non è peccato! Dio l’ha
data come benedizione, perché la sessualità è Dio e la coppia. Dove c'è il
sacramento del matrimonio, (anche se gli sposi non vi sono arrivati vergini), Dio è
presente in questo letto sacramentale! Perché nel letto nuziale, benedetto dal
sacramento del matrimonio, c’è lo Spirito Santo; perfino nei pasti di questa coppia
c’è la presenza del Signore Dio, che benedice il cibo. Dio rimane incantato davanti
al matrimonio, è felice di accompagnare gli sposi nella loro nuova vita, in
quest’inizio di una nuova vita insieme. La coppia e il Signore formano una Trinità.
Purtroppo molti sposi non lo sanno, non hanno questa nozione… E nemmeno
pensano a Dio: si sposano unicamente per tradizione, e non per fede… Pensano
solo ad uscire dalla chiesa per andare a festeggiare, a mangiare, bere, partire in
luna di miele… Badate che in questo non c’è alcun male: il male sta nel lasciare il
Signore fuori da tutto ciò. Come feci io, che lasciai il Signore sulla strada; non mi
passò neanche per la testa d’invitarLo nella mia nuova vita, nella nostra nuova
casa. Egli, infatti, ha piacere che Lo invitiamo ad entrare e a stare con noi sempre,
nelle gioie e nei momenti meno buoni; desidera che sentiamo la Sua presenza…
Certo, nel sacramento del matrimonio il Signore è presente anche senza essere
invitato… Ma quanto più bello sarebbe se di questa Presenza fossimo coscienti…
Nel matrimonio dei miei genitori, la cosa più bella fu che Dio restituì a
mio padre i doni e la Grazia che aveva perduto: questo perché sposava mia madre,
che era una donna molto pura di sentimenti, e vergine. Guarì mio padre, la sua
sessualità disordinata e sudicia. Ma poiché era molto “macho”, e avendo i suoi
amici cominciato a mettergli veleno, dicendogli che non permettesse alla moglie
d’incantarlo e di dominarlo, e che doveva continuare la vita di prima, ecco che due
settimane dopo il matrimonio finì in un bordello, per dimostrare agli amici che
continuava ad essere lo stesso, che non si lasciava dominare dalla moglie…
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Sapete che fine fece il suo bastone d’autorità e protezione, che Dio gli
aveva dato? Il demonio glielo portò via! E tutti quegli spiriti maligni, quegli esseri
immondi, tornarono a prenderselo. Da pastore del suo gregge, mio padre si
trasformò in lupo della propria famiglia e della sua casa!
Quando qualcuno è infedele alle sue nozze, è infedele a Dio. Manca alla
sua parola, al giuramento che fece, a Dio e alla persona che sposò, nel giorno del
suo matrimonio. Non compie ciò che ha promesso. Se qualcuno ha intenzione di
non essere fedele al proprio matrimonio, è meglio che non si sposi. Il Signore ci
dice: se sei infedele, ti condannerai! Se non sarai fedele, non sposarti! Figlio,
figlia, chiedimi la grazia di essere fedele alla tua sposa, al tuo sposo, e a Dio.
Quanti mali vengono in un matrimonio, a causa dell’infedeltà?! Un marito, per
esempio, va in un bordello, o è infedele con la segretaria. Nonostante le
precauzioni, contrae un virus; e pur lavandosi dopo, quel virus non muore… Così,
quando più tardi ha relazioni con la moglie, il virus entra nella vagina della donna
e vi rimane nel fondo, o arriva all’utero. Col tempo forma un’ulcera, di cui spesso
la donna non s’accorge. E quando, anni dopo, la moglie va molto sofferente dal
medico, le viene diagnosticato un cancro. Sì! Cancro! E allora, chi dice che
l’adulterio non uccide? Inoltre, quanti aborti si fanno a causa dell’adulterio? Per
esempio, quante donne, che sono state infedeli e sono rimaste incinte, ricorrono
all’aborto perché il marito non lo scopra? Uccidono un innocente che non può
parlare, né difendersi! E questi sono solo alcuni esempi. L’adulterio uccide in tante
e diverse forme! Poi, abbiamo ancora il coraggio di protestare contro Dio, quando
le cose non vanno bene, quando abbiamo problemi, quando arrivano le malattie:
mentre siamo noi che ce le procuriamo con i nostri peccati, attirando il male sulla
nostra vita. Dietro al peccato, c’è sempre il maligno! Apriamo le porte a lui,
quando pecchiamo così gravemente! E poi ancora ci lamentiamo che Dio non ci
ama. Dov’è Dio, che permette questo o quello?! Una bella faccia tosta, la nostra!
Sappiate che Dio è la roccia che protegge il matrimonio. Guai a chi tenta di
distruggere un matrimonio! Quando qualcuno ci prova, si scontra con questa
Roccia che è Gesù. Dio difende il matrimonio, non dubitatelo mai!
Desidero anche avvisarvi di stare molto attenti a quelle suocere che
s’intromettono nel matrimonio dei figli, per turbarli, causando problemi nella loro
relazione. Anche se il genero o la nuora, a torto o a ragione, non fossero di suo
gradimento, ormai sono sposati, e non c’è più niente da fare. L’unica cosa è
pregare per loro: preghino per quel matrimonio, e si mettano da parte! Molte
donne si sono condannate per essersi intromesse nel matrimonio dei figli! Questo è
un peccato grave! Se vedete che qualcosa non va, che uno di loro o entrambi
stanno peccando, supplicate Dio per loro, chiedete aiuto a Dio. Potete anche
chiamare la coppia e parlare ai due, invitandoli a salvare il matrimonio, a pensare
ai figli, e ricordando loro che il matrimonio è per amare, donare e perdonarsi
reciprocamente. Si deve combattere in favore del matrimonio, questo sì: ma mai
interferire in altro modo, tanto meno prendere posizione a favore di uno o
dell’altro.
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ONORA IL PADRE E LA MADRE
Gesù continuava a mostrarmi tutto…Vi ho già raccontato come fui ingrata
verso i miei genitori, come mi vergognavo di loro, li maledicevo e li rinnegavo
perché erano poveri e non potevano darmi tutto quello che le mie amiche ricche
avevano. Fui una figlia ingrata, al punto di dire che quella non era mia madre,
perché mi sembrava inferiore a me. Fu spaventoso vedere il riassunto di una donna
senza Dio. Distrugge tutto ciò che le si avvicina. Oltretutto, e questa è la cosa più
grave, mi sentivo e mi credevo una brava persona!
Pensavo che al 4° comandamento sarei passata bene, perché i miei
genitori mi erano costati cari: spesi molto denaro per essi, a causa delle loro
malattie, (tutte le analisi, infatti, si facevano a pagamento), perché entrambi ebbero
gravi malattie prima di morire. Fu mio marito ad accollarsi le spese, e io dicevo:
“Guarda un po’ questi due svergognati, non lasciano un centesimo in eredità e in
più bisogna spendere una fortuna per loro. I genitori delle mie amiche, invece,
lasciano beni e…”. E il Signore mi mostrò come analizzavo tutto attraverso il
denaro, perché manipolai perfino i miei genitori quando avevo denaro e potere,
perfino di loro mi approfittai.
Con i soldi mi feci dio, e calpestai persino i miei genitori. Sapete ciò che
più mi addolorò? Vederli lì… Mio padre piangeva, vedendo che era stato un buon
padre, che aveva insegnato alla figlia ad essere lavoratrice, lottatrice,
imprenditrice, a farsi rispettare, perché solo chi lavora va avanti… Ma dimenticò
un particolare: che io avevo un’anima, e che lui era il mio evangelizzatore, con la
sua testimonianza. La mia vita cominciò ad affondare, con l’esempio che egli mi
diede. Vedeva ora, con profondo dolore, la responsabilità che aveva davanti a Dio,
poiché era un donnaiolo, e si diceva felice, vantandosi con mia madre e con tutti,
d’essere molto “macho”, perché aveva molte donne e poteva conquistarle tutte.
Inoltre beveva troppo e fumava. Era anche una brava persona, ma aveva questi
vizi, che secondo lui non erano tali, anzi li credeva virtù. Era molto orgoglioso. Io,
che ero appena una bambina e vedevo come mia madre piangeva quando lui
parlava delle altre donne, cominciavo a riempirmi di collera, di risentimento e di
rabbia. Il risentimento comincia con la morte spirituale: io sentivo una rabbia
spaventosa nel vedere come mio padre umiliava mia madre davanti alla gente, e
come le causava tante lacrime… E lei, non diceva niente. Lì cominciò la mia
ribellione.
Quand’ero adolescente, dicevo a mia madre: “Io non farò mai come te. Tu
getti la dignità delle donne sotto i piedi. Per questo noi donne non valiamo niente:
tutta la colpa è delle donne come te, senza dignità, senza orgoglio, che si lasciano
calpestare e umiliare dagli uomini!”. E a mio padre, dicevo: “Papà, fa’ bene
attenzione: io mai permetterò a un uomo di farmi ciò che tu fai alla mamma! Mai!
Se un giorno un uomo mi fosse infedele, io mi vendico! Faccio la stessa cosa,
perché lui impari!”. Mio padre mi picchiò sgridandomi: “Come ti permetti,
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ragazzina?!”. Non so perché mio padre fosse tanto maschilista. Gli dissi: “Va bene,
puoi anche picchiarmi… Ma se un giorno mi sposerò, e mio marito mi tradisse, io
mi vendicherò, lo ripagherò con la sua stessa moneta, perché gli uomini capiscano
e provino come soffre una donna, quando un uomo la calpesta e la umilia in tal
modo!”. Mi riempii di tutto quest’odio e risentimento. Sapete, sentivo tanta rabbia,
che questo fece della mia vita una ribellione: cominciai a vivere con il desiderio di
difendere la donna. Cominciai a sostenere l’aborto, l’eutanasia, il divorzio, e
consigliavo a tutte le donne che conoscevo, di vendicarsi qualora il marito le
avesse tradite! Io non sono mai stata infedele fisicamente, ma feci male a tanta
gente con questi consigli.
Quando ormai stavo bene economicamente, cominciai a dire a mia madre:
“Mamma, separati da papà, , perché è impossibile sopportare un uomo così! Abbi
un po’ di dignità, fatti valere, mamma!”. Anche se era così, mio padre mi piaceva:
sapete perché lo amavo, nonostante tutto? Perché mia madre era una donna
veramente buona, che mai, mai, c’insegnò a odiare, né mio padre, né alcun altro!
…E io, immaginatevi un po’! Volevo far divorziare i miei genitori! Ma mia madre
diceva: “No, figlia mia, non posso; soffro, è vero, ma mi sacrifico per voi, miei
figli. Voi siete 7 e io sono una sola. Mi sacrifico perché il tuo è un buon padre:
sarei incapace di separarmi da lui e lasciare voi senza padre. E poi, se mi separassi,
chi pregherebbe perché tuo padre si salvi? Sono io che posso supplicare il Signore
per lui, perché trovi salvezza: infatti, il dolore e la sofferenza che mi procura, li
unisco ai dolori che Gesù soffrì sulla Croce. Ogni giorno vado in chiesa, e davanti
al tabernacolo dico: “Signore, questa sofferenza non è niente, la unisco a quella
della Tua Croce, perché si salvino mio marito e i miei figli.”. Affido tuo padre a
Gesù, unitamente al Rosario. Il demonio lo spinge verso il basso facendolo
peccare, ma io lo spingo in alto con il Rosario, lo porto davanti al Santissimo nel
tabernacolo e dico a Gesù: “ Signore, è qui: confido che non mi lascerai morire
senza vederlo convertito. Signore, non ti prego solo per mio marito, ma anche per
tutte le donne che sono nella mia stessa situazione; specialmente per quelle che,
invece di stare in ginocchio a supplicarti per il proprio marito e per i figli, si
mettono nelle mani dei maghi e degli indovini, oppure anche loro tradiscono,
consegnando la propria anima e la famiglia nelle grinfie del maligno. Signore, ti
prego per queste donne, per queste famiglie.”
Sapete: 8 anni prima di morire, mio padre si convertì! Si pentì, chiese
perdono a Dio, e il Signore lo perdonò. Stava in Purgatorio, nella parte più in
basso, in grandi sofferenze, perché non riparò il suo peccato. Riparare il peccato è
qualcosa che prendiamo molto poco sul serio, non ci pensiamo. Certo, spesso non
è possibile, ma proprio per questo il Signore ci concede la grazia di riparare i
nostri errori attraverso l’Eucaristia. Ogni volta che partecipiamo ad una Messa, il
Signore ci dà la grazia di riparare il male che abbiamo commesso. Dio ci mostra,
nell’aldilà, la conseguenza dei nostri peccati, del male che abbiamo fatto al
prossimo. Perfino di uno sguardo cattivo, di una brutta parola… Se vedeste com’è
terribile! E come piangiamo, là , tutti questi errori!
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Nel caso di mio padre: mia madre gli diceva di consigliare ai miei fratelli
che abbandonassero la vita di peccato che conducevano. Infatti, seguivano le orme
del padre, nell’infedeltà, nel bere… Erano la sua copia. Se avesse fatto quanto gli
diceva la moglie, questa sarebbe stata riparazione. Ma lui sempre le rispondeva di
lasciare che i ragazzi si divertissero, che erano solo fidanzati, e che poi avrebbero
avuto tempo per cambiare! Diede un cattivo esempio ai miei fratelli, e non riparò il
suo peccato. Piangeva, là in Purgatorio, e diceva: “Mi sono salvato grazie ai 38
anni di preghiera di questa santa donna, che Dio mi diede come sposa!”. Mia
madre passò 38 anni della sua vita a pregare per lui!
SATANA E LA SUA STRATEGIA
Chi ha visto il film della Passione di Cristo, si ricorderà che mentre
flagellano Gesù, si vede un demonio con un bambino piccolino, (anch’esso un
demonio), che guarda Gesù e sorride. Ebbene, sappiate che oggi non è più un bebé,
ma un genio malefico, enorme e perverso, che tiene schiava molta gente, con i
piaceri della carne, con la magia, con teologie errate, come per esempio quelle che
affermano che il demonio non esiste. Immaginate l’astuzia del demonio, che nega
se stesso! Ci fa credere che non esiste, per poter agire indisturbato! Sì, guida
l’istruzione degli uomini per farci credere di non esistere, e così portarci alla
distruzione. Trova modo di confondere perfino coloro che credono in Dio; quando
ci sono apparizioni vere, per esempio, fa credere che siano false. Confonde il
popolo in mille e una maniera, approfittando del lato debole di ciascuno. Molti
cattolici, credenti e praticanti, vanno a Messa e dal mago allo stesso tempo. Perché
il maligno ci fa credere che non c’è niente di male, e che in Cielo ci andiamo lo
stesso, perché la magia non la usiamo mica per fare del male a qualcuno! Il
demonio guida, usa e dirige tutto ciò con una strategia molto ben preparata.
Sappiate dunque che, quando ci rivolgiamo alla magia, non importa per fare cosa,
la bestia c’imprime il suo sigillo. Quando andiamo da qualche mago, o cartomante,
o indovino, o astrologo, o da chi evoca gli spiriti, in tutti questi luoghi il demonio
ci pone il suo sigillo, il suo timbro.
Io mi trovai in uno di questi posti quando andai con un’amica, che mi
portò da una maga per consultarla, per indovinare il mio futuro: lì fui marcata dalla
bestia. Il maligno mi pose il suo sigillo. La cosa peggiore fu che, a partire da quel
giorno, in cui attraverso quella signora ricevetti il timbro del male, cominciai ad
avere disturbi: agitazione notturna, incubi, angosce, paure, e persino un profondo
desiderio di suicidio! Non capivo il perché di questi desideri! Piangevo, mi sentivo
infelice, e mai più mi sentii in pace. Pregavo, ma sentivo il Signore lontano da me:
mai più avvertii quella vicinanza con Lui, che invece avevo quand'ero piccola.
Pregare mi costava sempre di più, mi era ogni volta più difficile. Per forza! Avevo
aperto le porte alla bestia, e il maligno era entrato con forza nella mia vita.
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LE MENZOGNE
E LA PRIMA CONFESSIONE MAL FATTA
Quand’ ero ancora piccolina, imparai purtroppo che, per evitare i castighi
di mia madre, piuttosto severi, le bugie erano perfette: così cominciai ad andare
con “il padre della menzogna”, mi alleai con lui, e diventai tanto bugiarda che,
nella misura in cui crescevano i miei peccati, aumentava anche la grandezza delle
bugie… Sapevo, per esempio, che mia madre aveva un grande rispetto per il
Signore. Per lei, il nome del Signore era sacro, era santissimo, perciò pensai
d’avere l’arma perfetta! Le dicevo: “Mamma, per Cristo bello, giuro che non ho
fatto questo!”. In questo modo riuscii finalmente ad evitare i castighi. Con le mie
bugie, mettevo il Nome Santissimo di Cristo nella mia spazzatura, nelle mie
cattiverie, nella mia immondizia, riempiendomi di tanto sudiciume e di tanti
peccati… Imparai che le parole se le porta via il vento, e quando mia madre
insisteva molto, dicevo: “Mamma, ascolta! Mi colpisca un fulmine se quello che
dico è una bugia!”. Queste parole le usai molte volte… E vedete! Trascorse
parecchio tempo, ma davvero finì per cadermi un fulmine addosso! E se ora sono
qui, è solo per la Misericordia di Dio.
Un giorno, la mia amica Estela mi disse: “Ma guarda un po’, tu hai già 13
anni e ancora non hai perso la verginità?!”. Io la guardai spaventata! Come
sarebbe…? Cosa vuol dire con quella frase?!
Mia madre mi parlava sempre sull’importanza della verginità, diceva che
si trattava dell’anello del Matrimonio con il Signore. Ma la mia amica, con aria di
superiorità, mi disse: “Mia madre, appena mi sono comparse le mestruazioni, mi
ha portato dal ginecologo, e ora prendo la pillola!”. Io nemmeno sapevo cosa
fosse, a quel tempo! Allora lei mi spiegò che si trattava di pillole contraccettive per
non avere gravidanze, e aggiunse che già aveva dormito col cugino, con l’amico,
con questo e con quello… Una lista enorme! Affermava che era una cosa
bellissima! Le mie amiche mi dicevano: “Davvero non sai niente?”. Poiché
rispondevo di no, mi promisero di portarmi in un posto dove tutte avevano
imparato. Io rimasi preoccupata: sapevo dove mi avrebbero portato! Cominciò ad
affacciarsi un mondo nuovo per me; nuovo e completamente sconosciuto.
Mi portarono in un cinema, piuttosto brutto, che stava in centro, a vedere
un film pornografico. Immaginate voi lo spavento?! Una bambina di 13 anni, che
al tempo non aveva nemmeno la televisione in casa! Figuratevi cosa fu vedere un
tale film! Quasi morii di spavento! Mi sembrava d’essere all’inferno! Avrei voluto
fuggire di corsa, da lì… Non lo feci, per vergogna delle mie amiche… Ma avrei
tanto voluto uscire da lì, ero spaventatissima!
In quello stesso giorno andai a Messa con mia madre. Ero così spaventata,
che volli confessarmi. Lei restò davanti al tabernacolo a pregare. Nel confessarmi,
dissi i miei soliti peccati: che non avevo fatto i miei doveri a casa, a scuola, che ero
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stata disobbediente… Questi erano più o meno i miei peccati abituali. Mi
confessavo sempre dallo stesso sacerdote, perciò conosceva più o meno già le mie
mancanze; ma quel giorno, dissi anche che ero andata al cinema di nascosto da mia
madre. Il sacerdote, sorpreso, quasi gridò: “Di nascosto da chi?! Dove sei
andata?!”. Avvilita, guardai verso mia madre e vidi che era tranquilla, al suo
posto… Per fortuna non si era accorta di niente! Figuratevi se avesse sentito…! Mi
alzai dal confessionale, arrabbiata con il sacerdote, e naturalmente non dissi che
genere di film avevo visto! Se solo per aver detto di essere andata al cinema di
nascosto, il prete si scandalizzò tanto, figuriamoci se gli avessi detto quello che
avevo visto, cosa mi avrebbe fatto…! ...Mi avrebbe picchiata?!
Fu allora che iniziò l’astuzia di satana! Infatti, da quella volta,
cominciarono le mie confessioni mal fatte. Da lì in poi, selezionavo ciò che avrei
detto in confessione: “Questo lo confesso, ma questo no; questo peccato lo dico al
prete, quest’altro no!”…Cominciarono le mie confessioni sacrileghe! Andavo a
ricevere il Signore sapendo di non aver confessato tutto! Lo ricevevo
indegnamente! Il Signore mi mostrò come nella mia vita fu terribile il degrado
della mia anima, come questo processo di morte spirituale fu grave… Al punto
che, alla fine della vita, non credevo più al demonio, né a niente. Mi mostrò come,
nell’infanzia, camminavo mano nella Mano con Dio; avevo con Lui una relazione
profonda, e il peccato fece sì che io lasciassi, a poco a poco, la Sua mano. Ora il
Signore mi diceva che, chi mangia e beve il Suo Corpo e il Suo Sangue, mangia e
beve la sua condanna: io mangiai e bevvi la mia condanna! Vidi, nel Libro della
Vita, come il demonio era disperato perché a 12 anni credevo ancora in Dio,
ancora andavo all’adorazione Eucaristica con mia madre… Era terribilmente
disperato, nel vedere ciò.
Quando cominciò la mia vita di peccato, il Signore mi fece sentire che
stavo perdendo la pace del cuore. Iniziò una lotta con la mia coscienza, e cosa mi
dicevano le mie amiche? Mi dicevano: “Che cosa?! Confessarsi?! Tu sei scema,
sei fuori moda! E con chi, poi? Con questi preti, più peccatori di noi?!”. Nessuna
di loro si confessava, io ero l’unica che ancora lo faceva. Cominciò una guerra tra
quello che mi dicevano le amiche e quello che mi dicevano mia madre e la mia
coscienza… Poco a poco, la bilancia cominciò a inclinarsi, e le mie amiche
vinsero. Così decisi di non confessarmi più: non mi sarei più confessata da quei
vecchi, che rimanevano scandalizzati solo per essere andata al cinema!
Vedete l’astuzia di satana! Mi allontanò dalla confessione a 13 anni. E’ un
esperto, sapete? Mette idee sbagliate nella nostra mente! A 13 anni, Gloria Polo
era già un cadavere vivente, nello spirito. Ma per me era importante, era motivo di
orgoglio, appartenere a quel gruppetto di amiche, di bambine raffinate ed
esperte… Quando abbiamo 13 anni pensiamo di sapere tutto, e che tutto quello che
ha a che fare con Dio sia fuori moda, o sia idiozia. Quello che va di moda, invece,
è sfruttare…
Non vi ho ancora raccontato che, quando si udì la Voce di Gesù, e i
demoni uscirono da lì perché non sopportavano quella Voce, uno di loro restò.
Aveva l’autorizzazione dal Signore per rimanere. Questo demonio, enorme,
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gridava con urla orribili: “E’ mia! E’ mia! E’ mia!”. Rimase solo lui, perché fu
quello che condusse, manipolò, e con la sua strategia guidò, le mie debolezze
affinché io peccassi! Fu lui che mi allontanò dalla confessione! Per questo, il
Signore gli permise di rimanere accanto a me, ed ecco perché quell’orribile
demonio gridava che io gli appartenevo, e mi accusava. Aveva il permesso di
rimanere, perché io morii in peccato mortale! Dai 13 anni che non mi confessavo,
fino allora, molte volte mi ero confessata male. Appartenevo dunque a quel
demonio, e lui poteva rimanere durante il mio giudizio! Immaginate la mia
vergogna, nel vedere con orrore i miei peccati così numerosi, e per di più con
quella cosa orribile ad accusarmi e a dire che io ero sua! Era orribile!
Il demonio mi tirò via dalla confessione, così come mi tolse la cura e la
pulizia dell’anima, perché ogni volta che peccavo, non era gratuito il peccato che
commettevo. Sul candore della mia anima, il maligno pose il suo marchio, un
marchio di oscurità… E quest’anima bianca cominciò a riempirsi di tenebra. Mai
ricevetti bene la Comunione: solo per la Prima Comunione feci una buona
confessione. Da allora in poi, mai più: e ricevevo il mio Signore Gesù Cristo
indegnamente. Quando andiamo a confessarci, dobbiamo sempre, sempre,
chiedere allo Spirito Santo che c’illumini e mandi la Sua santa Luce sulle tenebre
della nostra mente: perché una cosa che fa il maligno, è oscurare la nostra mente,
affinché pensiamo che nulla è peccato, che tutto è bene, che non c’è bisogno di
andare dal sacerdote a confessarsi, -oltretutto, loro sono più peccatori di noi-, che
la confessione è fuori moda. Chiaro, era più comodo per me non confessarmi.
ABORTO DELL’AMICA
A 13 anni, la mia amica Estela rimase incinta. Quando me lo disse, le
chiesi: “Ma tu non prendevi la pillola?”. “Sì -mi rispose- ma non ha funzionato!”.
“ E adesso...? Come farai? Chi è il padre?”. Mi disse che non lo sapeva. Non
sapeva se fosse successo in quella festa, o in quella passeggiata, o con il fidanzato!
Nel mese di giugno andò in ferie con la madre. Era già al 5° mese di
gravidanza. Quando ritornò, rimasi sorpresa: non aveva un minimo di pancia, e
sembrava un cadavere! Era pallidissima, e di quella bambina estroversa che si
divertiva con tutto, non era rimasto niente. Ormai non era più la stessa.
Sapete, a nessuna di noi piaceva andare a Messa. Ma, essendo la nostra
scuola tenuta da religiose, dovevamo andarci con loro. C’era un sacerdote anziano,
che si tratteneva molto nella celebrazione, e a noi queste Messe sembravano
eterne, non finivano più. Per tutta la durata della Messa, rimanevamo a giocare, a
ridere, senza prestare la minima attenzione alla celebrazione… Ma un giorno
arrivò un nuovo sacerdote, molto giovane e di bell’aspetto. I nostri commenti
furono che un giovane così attraente era sprecato a fare il sacerdote… Ci
mettemmo d’accordo per vedere chi di noi l’avrebbe conquistato! Immaginatevi un
po’!
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Le suore erano le prime a fare la Comunione, e subito dopo c’eravamo
noi, tutte senza esserci confessate! Ci andammo come scommessa, per vedere chi
avrebbe conquistato il prete! Dovevamo sbottonarci la camicia davanti a lui, al
momento in cui ci avrebbe dato la Comunione, e quella che fosse riuscita a fargli
tremare la mano, sarebbe stata colei che aveva il miglior seno. Era quello il segno
per capire che aveva attirato l’attenzione del sacerdote.
…Le cose diaboliche che ci faceva fare il maligno! …E noi a credere che
fossero scherzi! A che punto eravamo…!
Ebbene, quando la mia amica Estela ritornò da quelle ferie, non era più la
scherzosa, giocherellona e allegra di sempre. Adesso aveva lo sguardo spento,
triste, molto triste. Non voleva raccontarmi nulla; ma un giorno che mi trovavo a
casa sua, mi disse, abbassandosi la gonna: “Quando mia madre seppe che ero
incinta, s’infuriò tanto, ma così tanto, che mi afferrò immediatamente per mano,
mi mise in macchina, e mi portò dal ginecologo. Arrivate là, disse al medico: …E’
incinta! Mi faccia il favore, mi chieda pure il prezzo che vuole, ma ho bisogno che
la operi subito e mi risolva questo problema!”. La mia amica aprì l’armadio di
camera sua, e vidi un fiasco di vetro, col tappo rosso, pieno di liquido… Lì dentro
c’era un bambino completamente formato! Non lo dimenticherò mai! Sopra il
tappo del fiasco, la scatola delle pillole anticoncezionali! Immaginatevi…
Vedete come il peccato acceca una persona malata, e una madre inferma
spiritualmente, al punto da portare la figlia ad abortire, e per di più a mettere il feto
in un fiasco perché mai più si dimentichi di prendere la pillola… E lasciarlo
nell’armadio, così che, appena apre l’anta, veda subito quel macabro contenitore, e
sopra il tappo, la scatola con le pillole! Semplicemente macabro e assurdo! E’ciò
che fa il demonio, quando gli apriamo le porte con il peccato, e non ci laviamo
nella confessione! Quando chiesi alla mia amica se non ne aveva sofferto, e se non
fosse triste, lei mi rispose ironicamente: “E perché dovrei essere triste? Anzi, meno
male che mi hanno liberato da questo problema!”.
Ma era una bugia, perché mai più tornò la stessa! Poco tempo dopo, entrò
in depressione! Una depressione terribile! ...Poi cominciò a fare uso di LSD, e
naturalmente, essendo io la sua migliore amica, me ne offrì, ma mi spaventai. Da
una parte, mi sarebbe piaciuto provare, perché lei diceva che la droga ti fa sentire
molto bene, che ti sembra di volare, di stare sulle nuvole, e tante altre meraviglie
che m’invogliavano a provare… Ma non potevo! Rimasi spaventata e le dissi di
no, perché certamente mi sarebbe rimasto addosso l’odore della droga; così mia
madre, che aveva un odorato finissimo, mi avrebbe scoperto…e mi avrebbe
ammazzata!
Fatto sta che non ci provai! Il Signore mi mostrava, ora, che non fu per
paura di mia madre che non feci la prova, ma per la Grazia di Dio, perché avevo
una madre che pregava, e la sua preghiera col Rosario mi sosteneva, e m’impediva
di scendere tanto in basso.
Ma le mie amiche non gradirono, si misero a discutere con me,
strillarono, e rimasero disgustate per il mio rifiuto… Però io non potevo, non
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potevo! Questa fu una delle tante grazie che ricevetti per merito di una madre
piena di Dio, che pregava per me, che viveva unita al Signore.
PERDITA DELLA VERGINITA’. COS’E’ L’ABORTO
Passarono i 13 anni, i 14, 15, e arrivai ai 16. Purtroppo, a quest’età
conosco il mio primo fidanzato e mi metto con lui! Cominciò la pressione delle
mie amiche. Ero considerata la pecora nera, per il fatto di essere ancora vergine.
Adesso che avevo il fidanzato, iniziava la pressione psicologica! Avevo loro
promesso che, quando avessi avuto il ragazzo, allora sì, avrei avuto rapporti; ma
prima, no! ...Adesso, non avevo più scuse! Dissi alla mia amica Estela: “Ma… E
se rimanessi incinta come te?”. Mi rispose che no, non andassi a raccontarle
questo, perché ormai c’erano altri metodi, come per esempio i preservativi.
All’epoca sua esisteva solo la pillola, ma adesso non avrei avuto problemi. Mi
disse che mi avrebbe dato 5 pillole da prendere tutte lo stesso giorno, e di usare il
preservativo… E non mi sarebbe successo niente.
Io mi sentivo male al pensiero di dover mantenere questa promessa, ma
non volevo fare brutta figura con loro.
Quando avvenne… Mi resi conto che mia madre aveva ragione, quando
diceva che una bambina che perde la verginità si spegne. Io sentii proprio questo,
che qualcosa si spegneva in me… Come se avessi perso qualcosa, che non potevo
più recuperare. Questa fu la sensazione che mi rimase, insieme ad un’enorme
tristezza. Non so perché dicano che il sesso è bello! Non so perché i giovani
dicano di provarne piacere! Io penso che non sia così buono! Nel mio Paese, la
Colombia, si vede alla TV tanta pubblicità che parla del sesso sicuro, con il
preservativo, e ne incoraggia l’uso. C’è tanto sfruttamento della sessualità… Sento
tanta tristezza nel vedere questo! Se sapessero! Se sapessero…
Nel mio caso, vi assicuro che mi sentii molto triste, e avevo una paura tremenda di
tornare a casa, e che mia madre si accorgesse di ciò ch’era successo! Mai più la
potei guardare negli occhi, con il timore che lei vedesse, nei miei, quello che avevo
fatto! Sentivo rabbia e ribellione, nei miei confronti e verso le mie amiche, per
essere stata debole, per aver fatto qualcosa che non desideravo, e che feci solo per
far loro piacere…
Dovete poi sapere che, nonostante i consigli della mia amica, e malgrado
tutte le precauzioni, nel mio primo rapporto rimasi incinta!
Provate a immaginare lo spavento di una ragazzina di 16 anni incinta!
(Piange). Cominciai a notare molti cambiamenti nel mio corpo… Pur in mezzo alla
paura, iniziai tuttavia a sentire tenerezza per questa creatura che portavo in
grembo!
Parlai col mio fidanzato e gli raccontai la cosa. Si meravigliò. Io speravo
mi dicesse che ci saremmo sposati! Avevo 16 anni e lui 17. Ma mi disse che non
potevamo stravolgere la nostra vita, e che dovevo abortire! Preoccupatissima,
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triste, molto triste, andai dalla mia amica Estela, che mi disse: “Non ti
preoccupare! Non è niente! Ricordati che io ci sono già passata varie volte! Rimasi
un po’ triste la prima volta, la seconda è stata già più facile, e la terza ormai non si
sente più niente!”. “Ma t’immagini quando arrivo a casa, e mia madre mi vede una
ferita del genere? Mi ammazza!”. “Non preoccuparti, adesso non fanno ferite così
grandi. Il taglio che vedesti a me era enorme perché anche il bambino era già
molto grande, ma nel tuo caso è ancora piccolino, sta’ tranquilla! Non ti succederà
niente, tua madre neanche se ne accorgerà!”.
Oh, fratelli, che tristezza! Che dolore grande! Come il demonio ci fa
vedere le cose! ...Come se non fosse nulla, come se fosse qualcosa senza
importanza! ...Come se un aborto provocato fosse la cosa più naturale del mondo!
Anzi, è da stupidi sentirsi male! Che il sesso è per essere consumato, senza
rimorsi, senza colpa! Ma sapete perché il maligno fa questo? Perché porta le
persone a questo? Perché, fra le altre ragioni, ha bisogno di sacrifici umani! Infatti,
ad ogni aborto provocato, satana acquista sempre più potere.
Nessuno può immaginare lo sgomento, la paura e il senso di colpa quando
arrivai in quell’ospedale, (ben lontano da casa mia), per abortire! Il medico mi fece
l’anestesia. Ma quando mi risvegliai, non ero più la stessa! Ammazzarono quella
creatura, e io morii con lei! (Piange).
Sapete, il Signore mi mostrò nel Libro della Vita quello che non vediamo
con gli occhi del corpo, e che avvenne quando il medico mi praticò l’aborto. Vidi
il medico che, con delle specie di tenaglie, afferra il bambino e lo fa a pezzi.
Questo bambino grida, con tanta, tanta forza! Sebbene non sia trascorso neanche
un minuto dalla fecondazione, è già un’anima adulta. Possiamo usare la pillola del
giorno dopo, o qualunque altro mezzo, ma si tratta sempre di uccidere un bambino
con un’anima adulta, completamente formata: perché essa non cresce come il
corpo, ma è creata da Dio nel medesimo istante in cui l’ovulo e lo spermatozoo
s’incontrano, in quel preciso momento! Vidi infatti, nel Libro della Vita, come la
nostra anima, appena le due cellule si sono toccate, forma una scintilla di luce
bellissima, e questa luce sembra essere un sole, che proviene dal Sole di Dio
Padre. In un istante, l’anima creata da Dio è adulta, matura, a immagine e
somiglianza di Lui! Quel bebé è immerso nello spirito Santo, che esce dal Cuore di
Dio!
Il grembo d’una madre, subito dopo la fecondazione, s’illumina
improvvisamente dello splendore di quest’anima, e della sua comunione con Dio.
Quando Gli strappano questo bebé, questa vita… Vidi come il Signore sussulta,
quando Gli strappano dalle mani quest’anima. Quando lo uccidono, il bimbo grida
tanto, che tutto il Cielo trema! Nel mio caso, quando uccisi il mio bambino, lo
sentii gridare tanto, ma tanto forte! Vidi anche Gesù sulla Croce che gridava e
soffriva per quest’anima, e per tutte le anime che vengono abortite! Il signore grida
sulla Croce, con tanto dolore, tanto dolore…!!! Se voi aveste visto, nessuno
avrebbe il coraggio…di provocare un aborto… (Piange)
Ora vi chiedo: quanti aborti si fanno nel mondo? Quanti in un giorno? In
un mese? ...Capite le dimensioni del nostro peccato? Il dolore, la sofferenza, che
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procuriamo al nostro Dio? ...E quanto Egli è misericordioso, quanto ci ama,
nonostante la mostruosità dei nostri peccati? Capite la sofferenza che procuriamo a
noi stessi, e come il male s’impossessa della nostra vita?
L’ABORTO E’ IL PECCATO PIU’GRAVE,
E IL PIU’ TERRIBILE DI TUTTI
Ogni volta che il sangue di un bimbo viene sparso, è un olocausto a
satana, che acquista così ancora più potere. E quest’anima grida. Vi ripeto, si tratta
di un’anima matura e adulta, benché non abbia ancora occhi, né carne, né un corpo
formato… E’ già completamente adulta. E questo suo grido tanto grande, mentre
l’uccidono, sconvolge tutto il Cielo. Al contrario, è un grido di giubilo e di trionfo
nell’inferno. L’unico paragone che mi viene in mente è la finale di un mondiale di
calcio: immaginate tutta quella euforia, ma in uno stadio enorme, immenso fino a
perderne di vista i confini, pieno di demoni che gridano come pazzi il loro trionfo.
Essi, i demoni, mi gettavano addosso il sangue di quei bambini che abortii
o che contribuii ad uccidere, e la mia anima diventò nera, completamente nera.
Dopo gli aborti, pensavo ormai di non avere più peccati... La cosa più
triste fu, invece, vedere che Gesù mi mostrava come, anche nella mia
pianificazione familiare, avevo ucciso… Sapete perché? Usavo la spirale come
anticoncezionale. Dai 16 anni, fino al giorno in cui il fulmine mi colpì! La toglievo
solo quando volevo rimanere incinta, (una volta sposata), per poi rimetterla subito
dopo.
Voglio dire a tutte le donne che usano questi dispositivi intra-uterini: sì,
provocano aborti! So che a molte donne succede, -perché è successo anche a me-,
di vedere spesso dei grumi di sangue piuttosto grossi durante il periodo mestruale,
e di sentire dolori più forti del normale. Andiamo dal medico, che non dà molta
importanza al fatto: ci prescrive un analgesico, un’iniezione se i dolori sono troppo
forti, dicendoci di non preoccuparci, che è normale, perché si tratta di un corpo
estraneo, ma non c’è alcun problema. Sapete cos’è, invece? Un micro-aborto!!! Sì!
Micro-aborto! I dispositivi intra-uterini provocano micro-aborti, perché appena
l’ovulo e lo spermatozoo si uniscono, come vi ho già detto, fin da quel momento si
forma un’anima, che non ha bisogno di crescere, essendo già adulta: questi
dispositivi, non lasciano impiantare nell’utero l’ovulo fecondato, che quindi
muore. Quell’anima viene espulsa! Per questo si tratta di micro-aborti. Un microaborto
è un’anima adulta, completamente formata, cui non è stato permesso vivere.
Fu dolorosissimo vedere quanti bebé erano stati fecondati, ma poi espulsi. Questi
piccoli soli, provenienti dal Sole di Dio Padre, queste scintille divine, non si
potevano aggrappare all’utero per via della spirale. Come gridavano, mentre si
staccavano dalle mani di Dio Padre perché non potevano impiantarsi!!! Era uno
spettacolo agghiacciante…! E il peggio è che non potevo dire di non sapere!
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Quando andavo a Messa, non prestavo attenzione a ciò che diceva il
sacerdote. Nemmeno ascoltavo, e se mi avessero chiesto quale brano del Vangelo
era stato letto, non avrei saputo rispondere. Dovete infatti sapere che i demoni
sono presenti perfino nella Messa, per distrarci, per farci addormentare, per
impedirci di ascoltare. Bene, in una di queste Messe nelle quali ero completamente
distratta, il mio Angelo Custode mi diede uno scossone e mi stappò le orecchie,
affinché ascoltassi ciò che il sacerdote diceva in quel momento: lo udii parlare
proprio dei dispositivi intra-uterini! Diceva che provocavano l’aborto, e che tutte
le donne che ne facevano uso per il controllo delle nascite, in pratica abortivano;
che la Chiesa difende la vita, e che chiunque non difende la vita non può ricevere
la Comunione! Quindi, tutte le donne che usano questo metodo, non possono fare
la Comunione!
Come udii quelle parole, m’infuriai con il sacerdote! Ma cosa si
mettevano in testa questi preti? Con che diritto?! Per questo la Chiesa non va
avanti! E’ per questo e per quello che le chiese sono vuote! Chiaro, perché non sta
con la scienza! Ma chi credono di essere, questi preti? Ci pensano loro a dare da
mangiare a tutti i figli che avremmo?... Uscii di chiesa furiosa!
Il bello è che, mentre venivo giudicata davanti a Dio, non potevo dire di
non sapere! Infatti, nonostante le parole del sacerdote, non ci feci caso, e continuai
ad usare la spirale!
Quanti bambini avrò ucciso? ...Ecco il motivo per cui vivevo così
depressa! Perché il mio grembo, anziché essere fonte di vita, si era trasformato in
un cimitero, in un “mattatoio” di bambini! Pensate: una madre, cui Dio ha
concesso il dono immenso di dare la vita, di prendersi cura del proprio bebé, di
proteggerlo da tutto e da tutti, proprio quella madre, con tutti questi doni, uccide il
suo figliolino…!
Il demonio, con la sua strategia malefica, ha portato l’umanità ad uccidere
i propri figli. Adesso comprendo per quale ragione vivevo in continua amarezza,
depressa, sempre di malumore, maleducata, con brutti modi di fare, con una cattiva
faccia, frustrata con tutto e con tutti. Per forza! Mi ero trasformata, senza saperlo,
in una macchina per ammazzare bambini, e per questo sprofondavo sempre più
nell’abisso. L’aborto è il peggiore di tutti i peccati (quello provocato, non quando è
spontaneo), perché uccidere i figli ancora nel grembo della madre, uccidere una
creaturina innocente e indifesa, è dare il potere a satana. Il demonio comanda dal
fondo dell’abisso, perché stiamo spargendo sangue innocente! Un bambino è come
un agnello innocente e senza macchia… E Chi è l’Agnello senza macchia? E’
Gesù! In quel momento, il bambino è ad immagine e somiglianza di Gesù! Il fatto
che sia la madre stessa ad uccidere il proprio figlio, determina un profondo legame
con le tenebre, permettendo che escano più demoni dall’inferno per distruggere e
strangolare l’umanità. E’ come se si aprissero dei sigilli… Sigilli che Dio ha messo
per impedire al male di uscire, ma che, ad ogni aborto, si aprono… Allora escono
delle larve orribili, che sono più e più demoni… Escono per inseguire e
perseguitare l’umanità, e poi farci schiavi della carne, del peccato, di tutte le cose
cattive che vediamo, e che vedremo sempre più. E’ come se dessimo la chiave
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dell’inferno ai demoni, per farli uscire. Così escono sempre più demoni, della
prostituzione, delle aberrazioni sessuali, del satanismo, dell’ateismo, del suicidio,
dell’indifferenza… Di tutti i mali che vediamo attorno a noi. E il mondo va
peggiorando ogni giorno… Pensate a quanti bambini sono uccisi ogni giorno: è
tutto un trionfo del maligno! Sappiate che a prezzo di questo sangue innocente,
cresce sempre più il numero di demoni fuori dell’inferno, che circolano liberi in
mezzo a noi! Ripariamo! ...Noi pecchiamo anche senza saperlo! E la nostra vita si
trasforma in un inferno, con problemi d’ogni tipo, con malattie, con tanti mali che
ci affliggono: tutto questo non è che pura e semplice azione del demonio nella
nostra vita. Ma siamo noi, e noi solo, che apriamo la porta al male, con il nostro
peccato, e gli permettiamo di circolare liberamente nella nostra vita. Non è solo
con l’aborto che pecchiamo! ...Ma è tra i peccati più gravi. E poi abbiamo la faccia
tosta d’incolpare Dio per tanta miseria, tante disgrazie, tante malattie e tanta
sofferenza!
…Ma Dio, nella Sua infinita Bontà, ci dà ancora il sacramento della
Riconciliazione, e abbiamo l’opportunità di pentirci e di lavare il nostro peccato
nella confessione, rompendo così i lacci che ci legano a satana, e la sua influenza
nella nostra vita. In questo modo possiamo lavare la nostra anima. …Ma nel mio
caso, non lo feci!
I CATTIVI CONSIGLI
Quante volte uccidiamo, anche spiritualmente?! Quanti di noi si
preoccupano perché i propri figli abbiano di che vestirsi, si nutrano
adeguatamente, possano studiare…? E se si ammalano, corriamo subito dal
medico… Ma quanti di noi, spesso, uccidiamo i nostri figli? Tanti sono tristi, o
pieni di rabbia, amareggiati, perché non hanno vicino il padre o la madre, non
hanno l’amore dei genitori. Immaginatevi una donna che si presenta in chiesa, per
esempio, e dice: “Ti ringrazio, mio Dio, per questi figli così bravi che m’hai dato;
sono tanto buoni, ma tanto buoni, che da quando il padre mi lasciò, lo odiano, e
amano solo me!”. Sapete cos’ha fatto questa madre? Ha ucciso i suoi figli
spiritualmente. Perché odiare è uccidere! Quante volte avveleniamo i nostri figli?!
Voi non immaginate quanto addolora Dio il nostro indisporre, avvelenare i figli
contro il padre o la madre! Dio non lo permette!
Gesù mi mostrò che ero un’assassina spaventosa, perché non solo peccai
quando abortii, ma finanziai anche molti aborti. Ecco il potere che mi diede il
denaro! Mi feci complice! Dicevo, infatti: la donna ha il diritto di rimanere incinta
o no! ...Guardai il Libro della mia vita… E quanto mi addolorò vedere quello che
feci anni dopo, quando ormai ero adulta! Quando abbiamo il veleno dentro di noi,
non possiamo dare agli altri nulla di buono, e tutti coloro che si avvicinano a noi
vengono rovinati. Alcune ragazzine, tre mie cugine e la fidanzata di un mio
cugino, frequentavano molto la mia casa. Essendo quella che aveva i soldi, le
invitavo, e parlavo loro di moda, di “glamour”, di come esibire il loro corpo per
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essere attraenti, e prodigavo consigli. Vedete come le prostituivo! Prostituivo dei
piccoli! Questo fu un altro peccato orribile, dopo l’aborto. Le prostituivo, perché
davo loro questi consigli: “Non siate sciocche, ragazze, non date retta alle vostre
madri, che vi parlano di castità e di verginità: è roba passata di moda. Parlano della
Bibbia, che è vecchia di 2000 anni… E poi, questi preti, che non vogliono
aggiornarsi, vi parlano di quello che dice il Papa, ma il Papa è anche lui fuori
moda”. Figuratevi il veleno che trasmisi a quelle ragazzine. Dicevo loro che
potevano disporre del proprio corpo, soltanto dovevano fare attenzione per non
avere gravidanze… E insegnai con quale metodo.
La fidanzata di mio cugino, che aveva 14 anni, arrivò un giorno al mio
ambulatorio, piangendo molto. Mi disse: “Gloria, sono una bambina, sono una
bambina, e sono incinta!”. Io quasi le gridai: “Stupida, non ti ho insegnato come
fare?!”. E lei rispose: “Sì, sì, ma non ha funzionato!”.
Sapete cosa Dio voleva da me, in quel momento? Che io appoggiassi
quella ragazza perché non cadesse nell’abisso, non abortisse. L’aborto è una
corrente che trascina, che fa soffrire, perché sempre sentirai il vuoto, il dolore, di
essere stata l’assassina di tuo figlio. Il peggio, per questa ragazza, fu che, invece di
parlarle di Gesù e aiutarla, confortandola e appoggiandola, le diedi il denaro per
abortire! Certo, in un posto sicuro, per non essere compromessa fisicamente… Ma
lo restò spiritualmente, e per tutta la vita.
Come questo, finanziai tanti altri aborti. Ma avevo ancora il coraggio di
dire che non ammazzavo, che ero buona, che ero cattolica, che non era giusto, che
non potevo stare in quel luogo orribile…!
In più, le persone che mi erano antipatiche, le odiavo e le detestavo, e
parlavo male di loro. Ero falsa, ipocrita, e anche assassina: perché non è solo con
le armi che si uccide una persona. Odiare, calunniare, invidiare, deridere, fare del
male, anche questo è uccidere!
RIPARARE I NOSTRI PECCATI
Come vi ho già detto, l’aborto è il peccato più grave agli occhi di Dio.
Tante persone mi chiedono come riparare l’aborto. Infatti, non possiamo restituire
la vita al bambino; ma nella Chiesa Cattolica abbiamo una benedizione tanto
grande! Il sacramento della Riconciliazione. Nella confessione, Dio ci perdona, e
ciò che il sacerdote scioglie sulla terra, è sciolto anche in Cielo. Gloria a Dio, per
questo! Benedetto sia il Signore per la Sua Bontà! …Il Signore ci perdona, ma
ricordate quello che Gesù disse alla donna adultera: che andasse in pace, ma non
tornasse a peccare! “Va’ in pace e non peccare più”.
Un altro atto di riparazione è il “Battesimo d’intenzione”. Battezzare i
bambini, come il sacerdote ha fatto oggi, in questa celebrazione, così che essi
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possano uscire dal Limbo1. Vedete la saggezza della Chiesa Cattolica! Questi
bambini entrano nella Gloria di Dio! Ora sono Angioletti, che pregano e
intercedono per la nostra salvezza. Vedete la bellezza dell’“economia” di Dio!
Vedete come Dio trasforma tutto per il nostro bene! Niente viene perduto! E
quando una persona evangelizza sull’aborto, e un bebé si salva, anche questa è
riparazione! Quando una donna abortisce, oltre a chiedere perdono a Dio nella
confessione, e non abortire mai più, può anche contribuire a evitare altri aborti, di
altre donne: facendo questo, ripara il suo peccato, enormemente! Questa è
riparazione!
LA MIA MANCANZA D’AMORE A DIO
La mia relazione con Dio era tristissima. Per me, Dio era Colui che
cercavo solo se avevo problemi. Molte volte, quando ciò accadeva, correvo a
chiderGli aiuto. Quasi sempre si trattava di problemi economici! Era una relazione
totalmente economica, quella fra me e Dio! Era tipo “Bancomat”! Io mettevo la
preghiera e la supplica, perché Dio mi mandasse il denaro! Volevo che Dio mi
amasse e mi desse tutto, ma proprio tutto, però alla mia maniera! E che nessuno
venisse a dirmi che facendo così peccavo, perché non lo gradivo! Il demonio mi
addormentò la coscienza! Spesso, quando mi trovavo in difficoltà economica,
passavo davanti ad un’immagine di Gesù Bambino, mentre uscivo di chiesa, e
toccavo la sua manina dicendoGli: “Ascoltami! Dammi soldi, che ne ho bisogno!”.
Come alcuni fanno con Budda: gli sfregano la pancia, dicendogli di dar
loro denaro! Così facevo io con Gesù Bambino! Figuratevi la mia faccia tosta! Che
grande mancanza di rispetto! E il Signore mi mostrò come Lo addolorò il mio
disamore e la mia mancanza di rispetto! Quanto dolore e vergogna sentivo, adesso!
I soldi poi arrivavano, sì, ma sparivano subito! Era come se, quanto più depressa
arrivavo, tanto più depressa rimanevo senza niente! Alla fine mi ritrovavo in una
situazione economica sempre peggiore!
Stando così le cose, una signora mi raccontò di aver attraversato anche lei
una situazione simile, ma era andata da un pastore protestante che qualcuno le
aveva raccomandato, e tutto era migliorato! Appena udii questo, le chiesi
immediatamente dove fosse, perché volevo andarci subito! …Guardate la mia
infedeltà!
Andai dunque da quel pastore, che mi fece una preghiera imponendomi le
mani, e mi fece comunicare alla loro maniera. Pensate, io ricevevo il Corpo e il
Sangue del Signore, nella mia religione cattolica. Vado là, e mi fanno fare la
comunione come se fosse la prima volta!
1 Durante la celebrazione Eucaristica in cui Gloria Polo ha dato la presente
testimonianza, il sacerdote ha battezzato i bambini abortiti, con il “Battesimo
d’intenzione”
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Le loro celebrazioni erano molto animate: saltavano, applaudivano… Mi
dicevo: che strazio quei preti cattolici così spenti e disgustosi, quelle Messe così
noiose… Non c’è paragone con queste, che ci fanno sentire così bene, così gioiosi!
Là non credono nelle immagini, e dicono che quella delle immagini è
idolatria. Perciò, non m’inginocchiavo più davanti al Crocifisso, perché era
idolatria. Quando cominciai a frequentare queste chiese evangeliche, avevo una
vicina, una vecchina assai povera, che abitava di fronte a casa mia; io l’aiutavo
dandole i soldi per pagare la bollette della luce, dell’acqua, e a volte le facevo un
po’ di spesa, perché potesse mangiare. Come potete immaginare, questa vecchietta
era molto affezionata a me!
Ma quando non abbiamo Dio dentro di noi, anche le opere buone
diventano luride, come i nostri peccati.
Dicevo, quando cominciai a frequentarle, le chiese evangeliche mi
piacevano molto; infatti, oltre ad essere gioiose le loro celebrazioni, dicevano di
legare gli spiriti di rovina, e cose simili.
Ora, quella vecchietta era cattolica, ma io usai l’amicizia che lei sentiva
per me, e riuscii a convincerla, cominciando così a distruggere la sua fede. Per
farla breve: a causa dei miei consigli e delle idee che le misi in testa, morì senza
ricevere i sacramenti. Non li volle ricevere, perché non dava più importanza ad
essi. Vedete come influenziamo quelli che sono vicino a noi! Quando dentro di noi
c’è il male, finiamo per condurre gli altri, quelli che si avvicinano a noi, nei nostri
stessi errori. Basta vedere ciò che feci io con quella vecchietta!
Quando però quel pastore protestante mi chiese la decima, m’infuriai;
infatti, in quel periodo ero già in bancarotta e loro, per completare la mia rovina,
mi chiedevano pure il 10% dei miei guadagni! ...Fu così che mi passò
completamente la “cotta” per il protestantesimo!
SESTO COMANDAMENTO: ADULTERIO
Su questo comandamento pensavo, ancora piena di superbia: qui non mi
colgono in fallo, perché mai ho avuto un amante, sono stata sempre fedele!
In effetti, dopo il matrimonio, non ho mai dato nemmeno un bacio ad
altri. Solo a mio marito. Ma il Signore mi mostrò che esibivo troppo il mio corpo,
quando andavo in giro con il seno scoperto, con le calze aderenti al corpo, con
l’abbigliamento che usavo… Io pensavo che gli uomini che mi guardavano,
semplicemente mi ammirassero… Ma il Signore mi mostrò come essi peccavano
con me: perché non si trattava di ammirazione, come credevo, ma di una
provocazione, e loro peccavano a causa mia. Commisi adulterio, per aver esibito il
mio corpo. Non capivo la sensibilità maschile. Credevo che loro pensassero come
me, che cioè guardandomi dicessero: “Che bel corpo!”. Invece peccavano per
colpa mia. Mai fui infedele per essermi gettata nelle braccia di un uomo, ma era
come se fossi una prostituta nello spirito. Oltre tutto, pensavo di vendicarmi,
qualora mio marito mi fosse stato infedele, e consigliavo altre donne a farlo,
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quando scoprivano che il marito le aveva tradite. “Non essere sciocca! Véndicati,
non perdonare. Fatti valere! E’ per questo che noi donne siamo così sottomesse
agli uomini, così calpestate!”. Sapete, con questi consigli, io e le mie amiche siamo
riuscite a far separare una nostra amica. Aveva sorpreso il marito in ufficio mentre
baciava la segretaria. Noi, con i nostri consigli, non la lasciammo riconciliare,
nonostante lui le chiedesse perdono, veramente pentito. Lei voleva perfino
perdonare, perché lo amava: ma noi non glielo permettemmo. Alla fine
divorziarono, e due anni dopo lei si risposò civilmente, con un argentino.
Capite…? Quando consigliavo in questa maniera, ero dentro l’adulterio. Gesù mi
mostrò, e io vidi bene, come i peccati della carne sono abominevoli, perché la
persona si condanna, anche se il mondo afferma che tutto è bene.
Da quando mi sposai, ebbi un solo uomo nella vita, mio marito; ma i
peccati stanno anche nei pensieri, nelle parole, nelle azioni: fu veramente triste
vedere come il peccato e l’adulterio di mio padre ci fece tanto male. Nel mio caso,
mi trasformò in una persona risentita, sprofondai nel rancore contro gli uomini,
mentre i miei fratelli sono diventati copie fedelissime di mio padre. Pensano di
essere felici nel sentirsi molto maschi? Sono donnaioli, bevono, e non si accorgono
del male che fanno ai propri figli. Per questo mio padre piangeva con gran
sofferenza, in Purgatorio, vedendo le conseguenze del suo peccato e dell’esempio
che diede loro.
Ci condanniamo, con la promiscuità, perché è vivere come fossimo
animali: topi, cani…qui e là…
SETTIMO COMANDAMENTO: NON RUBARE
Anche calunniare è rubare. Figuratevi che io dicevo di non aver mai
rubato. Mi consideravo onesta: ma rubai a Dio! Sì, rubai a Dio. Sono stata creata e
sono nata per aiutare a costruire un mondo migliore, per contribuire ad estendere il
Regno dei Cieli sulla terra. Ma, oltre a non aver adempiuto questa missione, diedi
cattivi consigli e danneggiai molta gente. Non seppi usare i talenti che Dio mi
diede. Quindi rubai, chiaro che rubai! A quante persone rubai il buon nome,
sollevando calunnie o spargendole? Voi non potete immaginare quanto sono
terribili i peccati della nostra lingua! …E in che modo si riparano…!
Come riparare l’onore di qualcuno, dopo averne sparso il pettegolezzo, o
la calunnia?! Come restituire il buon nome a quella persona?! Questo sì che è
difficile! Ecco perché in Purgatorio, chi ha fatto del male a qualcuno con le sue
parole, ha molto da soffrire. Quasi tutta la gente usa la lingua per criticare, per
distruggere, per offendere, per devastare il buon nome delle persone. Queste
lingue, laggiù, sono causa di grande sofferenza! Bruciano!!! Come bruciano! Non
potete immaginare! Il Signore mi mostrò come c’inganniamo, nei giudizi che
facciamo sugli altri. Mentre noi, per esempio, guardiamo con disprezzo una
prostituta, Il Signore la guarda con infinito Amore, con infinita Misericordia. Vede
dentro di lei, conosce tutta la sua vita, e sa cosa l’ha portata a prostituirsi. Sappiate
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che molte di loro fanno questa vita a causa dei nostri peccati. Anche per il nostro
disprezzo e per la nostra mancanza di amore al prossimo. Qualcuno ha mai steso la
mano per aiutare una prostituta? O verso qualcuno sorpreso a rubare? Passiamo la
vita a giudicare e a vedere i difetti degli altri, i loro errori, e a condannare. Ma
quando vediamo qualcuno fare qualcosa di sbagliato, almeno chiudiamoci la
bocca, pieghiamo le ginocchia e preghiamo per quella persona. A volte non
possiamo fare niente di più: ma Dio può. Non giudichiamola, non critichiamola,
altrimenti pecchiamo più di lei. Non possiamo assolutamente sollevare false
testimonianze, o collaborare perché si divulghino, né giudicare, né mentire, perché
così facendo rubiamo la pace del prossimo. E attenzione, perché la menzogna è
sempre menzogna, non ce n’è di grandi o piccole, verdi o gialle, o color rosa:
mentire è sempre grave, e il padre della menzogna è satana.
Nel mio caso, tante bugie per che cosa? La mia vita fu messa allo
scoperto, alla Luce di Dio. E voi? ...Ma sappiate che dall’altra parte, nessuno si fa
avanti per litigare o reclamare… Là c’è solo la vostra coscienza e Dio!
Nel mio giudizio, per esempio, i miei genitori stavano lì a vedere le mie
menzogne, ma mia madre non mi accusò. Soltanto, mi guardava con infinita
tenerezza. La mia peggiore menzogna, poi, fu mentire a me stessa quando dicevo
che non uccidevo, non rubavo, che ero una brava persona, che non avevo mai fatto
del male a nessuno, e che Dio non esisteva; e che sarei andata in Cielo lo stesso!
Che vergogna tremenda, provavo ora!
Il Signore continuò a mostrarmi che, mentre in casa mia si sprecava il
cibo, in altre case del mondo c’era la fame, e mi disse: “Osserva: avevo fame, e
guarda cosa ne facesti di quello che ti avevo dato, lo sprecasti. Avevo freddo, e
guarda cosa facevi, schiava della moda, o di quel che si diceva di te, delle
apparenze: compravi le cose di marca, i gioielli, arrivavi a spendere 150.000 pesos
per ogni iniezione, per essere snella, schiava del tuo corpo… Fino a fare di esso un
dio. Guarda quanti non hanno di che vestire, o di che mangiare, o non sanno come
pagare le bollette”.
…Gesù mi mostrò la fame dei miei fratelli, e come anch’io fossi
responsabile della fame e delle condizioni in cui versava il mio Paese e il mondo
intero… Perché tutti siamo responsabili! Mi mostrò come io avevo a che fare con
tutto questo, perché quando avevo parlato male di qualcuno, questa persona aveva
perso il lavoro e il sostentamento per la sua famiglia, e gli avevo rubato l’onore e il
buon nome. E dopo, come avrei potuto restituirglielo?! Mi mostrò che era più
facile restituire denaro rubato, perché si poteva rendere, e quindi riparare il
peccato. Ma quando si ruba il buon nome di una persona, dopo che la calunnia si è
ormai propagata, chi può rendere l’onore di questa persona? Si fa tanto male ad
essa, nel lavoro, o nelle relazioni con le altre persone! I matrimoni si distruggono!
Tanto male! Tanto male!
Ancora, rubavo ai miei figli la grazia di avere una madre in casa, una
madre tenera, dolce, che li amasse e accompagnasse! Invece…! La madre via, i
bambini soli, con “mamma” televisione e “papà” computer, e i videogiochi… E mi
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credevo la mamma perfetta. Uscivo alle h. 5.00 del mattino e non rientravo prima
delle h. 23.00.
Per stare a posto con la coscienza, poi, compravo loro le cose firmate e tutto quello
che volevano.
Restai atterrita, quando vidi mia madre interrogarsi dove avesse
sbagliato… Cosa avesse dovuto fare e non fece, riguardo alla mia educazione! Era
una santa donna, che ci dava e seminava in noi i principi secondo il Signore; e mio
padre fu un uomo buono, con noi. Perciò mi dissi: che sarà di me, che non feci
niente di tutto questo per i miei figli? Agghiacciata, mi chiedevo: cosa sarà,
quando Dio mi giudicherà rispetto ai miei figli? Che spavento! Che dolore
immenso! Rubavo la pace ai miei figli: adesso lo vedevo, nel Libro della Vita.
Provai una gran vergogna! ...Nel Libro della Vita vediamo tutto, tutta la vita come
un film. Che pena fu vedere i miei figli che dicevano: “ Speriamo che mamma
tardi ad arrivare! Speriamo che ci sia molto traffico e arrivi più tardi! Perché è così
noiosa, antipatica, e quando arriva sta sempre a brontolare e a gridare, tutto il
giorno!”. Che tristezza, fratelli! Un bimbo di tre anni, e l’altro un po’ più
grandicello, a dire queste cose! A sperare che la madre non arrivi! Io rubai a questi
bambini una madre, rubai loro la pace che avrei dovuto dare in casa, non feci in
modo che conoscessero Dio attraverso di me, e amassero il prossimo. Ma, del
resto, non potevo dare quello che non avevo: non amavo il prossimo! E se non
amo il prossimo, non amo nemmeno il Signore. Perché Dio è Amore…
Anche mentire è rubare. In questo ero esperta, sapete? Perché satana
diventò mio padre. Infatti, tu puoi avere per padre Dio, o satana. Se Dio è Amore,
e io ero odio, chi era mio padre? Se Dio mi parla di perdono e di amore a coloro
che mi fanno del male, mentre io dicevo che “chi me la fa me la paga”, ero
vendicativa, bugiarda; e se satana è il padre della menzogna, allora chi era mio
padre? Le menzogne son menzogne, e satana ne è il padre. I peccati della lingua
sono terribili! Vedevo tutto il male che avevo fatto con la mia lingua, quando
criticavo, quando deridevo, quando davo nomignoli a qualcuno. Come si sentiva,
quella persona! Come le faceva male il soprannome con cui la deridevo, creandole
complessi d’inferiorità tremendi, capaci di distruggerla! Per esempio, chiamai
grassa una persona che lo era, facendola soffrire; e a causa di questa parola, finì
per distruggersi.
Vi racconto meglio. A 13 anni, facevo parte di quel gruppetto di amiche,
al quale era un onore, per me, appartenere… Un gruppetto di ragazzine raffinate ed
esperte. Il Signore mi mostrò come questa compagnia di “bravissime”, uccise
spiritualmente una compagna di scuola. C’era in classe una bambina grassa, obesa.
Le mie amiche cominciarono a tormentarla, a prenderla in giro, chiamandola con
nomi offensivi, come foca, elefante, e altri. Ci prendevamo gioco di lei. Lo facevo
anch’io, per non fare brutta figura con loro. Ora, nel Libro della Vita, vedevo come
questa poveretta aveva sempre più complessi per la sua obesità. Si guardava allo
specchio, e ogni volta si vedeva più brutta. Così cominciò ad odiarci, e ad odiare
se stessa; e quanto più si guardava, tanto più si odiava. E l’odio è morte, è morte
per l’anima. In preda a questa disperazione, la ragazza un giorno bevve una
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bottiglia di iodio, per vedere se fosse dimagrita! Ma sapete quello che successe?
Sapete come finì, per colpa dello iodio? Quasi cieca! Ebbe una forte
intossicazione, e restò quasi cieca! Per questo non tornò a scuola! A noi non
importò saperlo! Non la vedemmo più, e non c’interessò sapere il perché!
Per questo vi dico, fratelli, che i peccati collettivi sono molto gravi,
gravissimi. Perché sono peccati nostri, personali! Il peccato di quella ragazzina, fu
il nostro peccato. Il peccato della comunità, è anche il tuo peccato, perché non hai
fatto niente per evitarlo! E ciò non vale solo per il peccato individuale, ma anche
per quelli dell’umanità, per i quali non hai fatto nulla affinché si potessero evitare.
Il potere della parola…! Distruggemmo quella ragazzina, mettendole dei
soprannomi; il demonio entrò e la rovinò, e adesso lei può a sua volta distruggere
altri, con il suo odio, così vanno formandosi le correnti del male. Dove c’è odio, là
c’è il maligno. Ecco come assassinammo una compagna di scuola. Uccidemmo la
sua anima!
Vent’anni dopo… Avevo una cugina molto carina; le insegnavo, le
consigliavo come vestirsi, come valorizzare il suo corpo, truccarsi, ecc. Un giorno
si ustionò gravemente, oltre il 70% del corpo. Solo la faccia non si bruciò. Ma era
molto grave, poteva morire.
Io m’infuriai, m’infuriai con Dio, andai nella cappella dell’ospedale, e
dissi: “Dio, se esisti, provamelo! Dimostrami che esisti, salvala!”. Figuratevi la
mia superbia! Ebbene, mia cugina si salvò. Ma rimase completamente ustionata,
con gravi cicatrici. Le mani restarono deformate… Una tristezza. A quell’epoca
stavo già bene economicamente, e la portavo a passeggio, a volte in piscina. Ma
quando la mettevo in acqua, tutta la gente usciva protestando e diceva: “Che
schifo! Ma perché esce di casa con questa creatura? Viene qui a rovinarci le ferie!”
Questo dicevano, le persone che la vedevano! La gente è cattiva, perversa,
egoista, quando parla così, vedendo la disgrazia degli altri. Di conseguenza, mia
cugina cominciò a non voler uscire di casa. Arrivò al punto di aver paura delle
persone! Ed infine ad odiarle! (Piange). il Signore mostra, a ciascuno di noi,
quando abbiamo messo in ridicolo un fratello, senza una goccia di compassione.
Che diritto hai di far soffrire qualcuno, mettere soprannomi, e chiamare con nomi
offensivi, senza sapere quello che la persona prova? Che diritto hai d’essere tanto
crudele? Dio ti mostrerà quante persone hai assassinato solo con una parola!
Vedrai il potere terribile che ha la parola, di uccidere le anime.
Eppure, se io andassi davanti al Santissimo, a chiedere la grazia di
riparare i miei peccati, Dio risanerebbe nell’anima mia cugina. Perché il nostro è
un Dio innamorato, e nella misura in cui chiudiamo le porte al male, ci apre le
porte della benedizione. Quando il Signore mi fece l’esame dei 10 Comandamenti,
mi mostrò che dicevo di amare e adorare Dio, a parole, ma in realtà adoravo
satana. Criticavo tutto e tutti; e tutti puntava col dito, la “santa Gloria”!... Mi
mostrò quando dicevo di amare Dio e il prossimo, ma ero falsa e invidiosa… Mi
mostrò come non fui mai riconoscente ai miei genitori, né mai li ringraziai del loro
impegno per darmi una professione e potermi realizzare nella vita, tutti gli sforzi e
i sacrifici che fecero… Tutto questo non lo vedevo. Appena iniziai la mia
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professione, perfino essi diventarono inferiori ai miei occhi… Tanto da avere
vergogna di mia madre, per la sua umiltà a povertà. Guardate che tutto questo è
ignobile.
Dio mi fece un’analisi di tutta la mia vita, alla luce dei 10 Comandamenti:
mi mostrò com’ero nei confronti del prossimo, e nei confronti di Lui.
AMARE IL PROSSIMO
Mai, mai, ebbi amore, né compassione, per il prossimo, per i miei fratelli
di fuori. Non pensai mai, nel modo più assoluto, ai malati, alla loro solitudine, ai
bambini senza la mamma, agli orfani… Con tanti bambini che soffrono, tanta
sofferenza, potevo dire: Signore, concedimi di accompagnarli nel loro dolore… E
invece no. Niente! Il mio cuore di pietra, mai si ricordò della sofferenza altrui. La
cosa più terribile era che non feci mai niente per amore al prossimo! ...Per
esempio, pagavo la spesa del supermercato a molta gente, che non aveva i soldi e
si trovava in necessità, ma non lo facevo per amore: avevo il denaro, e non mi
costava niente. Io davo perché mi piaceva che tutti vedessero il gesto, e dicessero
che ero buona, che ero una santa. E come sapevo approfittare delle necessità delle
persone! Non davo niente gratuitamente! Infatti dicevo: “Io ti faccio questo, ma tu
in cambio fammi il favore di andare, al mio posto, al collegio dei miei figli, alle
riunioni, perché io non ho tempo… Portami le buste della spesa alla macchina…
Fammi questo, fammi quello…”. Così, manipolavo tutti: facevo le carità per avere
in cambio dei favori, e mai perché la persona aveva bisogno. In più, adoravo avere
dietro di me un sacco di gente, che dicesse quant’ero buona e generosa, perfino
santa: perché c’era chi diceva addirittura questo, ed era gente che mi conosceva
bene! Nell’esame che Gesù mi fece dei 10 Comandamenti, vidi come dall’avidità
uscivano tutti i miei mali. Fui accecata da questo desiderio d’avere denaro, molto
denaro, perché pensavo che sarei stata felice quanto più ne avessi avuto. Peccato
che, proprio il periodo in cui avevo molti soldi, fu quello peggiore per la mia
anima, al punto da volermi suicidare. A dispetto della mia ricchezza, mi sentivo
sola, vuota, amareggiata, frustrata Quest’avidità, questo desiderio di denaro, fu la
strada che mi condusse, per mano del maligno, ad allontanarmi e a staccarmi dalla
mano del Signore. Egli mi disse: “Tu avevi un dio, e questo dio era il denaro, e a
causa sua ti condannasti. Per colpa sua, sprofondasti nell’abisso, e ti allontanasti
dal tuo Signore”.
Quando mi disse “dio denaro”… Noi eravamo arrivati, sì, ad avere molti
soldi, ma ultimamente eravamo in rosso, pieni di debiti, e non avevamo più un
centesimo. Allora gridai: “Ma quale denaro?! Quello che ho lasciato sulla terra,
non sono altro che debiti!...”
Nel mio esame sui 10 Comandamenti, non ne passai uno! Terribile!!! Che
spavento!!! Vivevo in un autentico caos! …Ma come? …Io?! Io, che mai avevo
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ucciso?! Che non facevo male a nessuno?! Ecco quello che pensavo… E invece sì,
avevo ucciso tanta gente!
IL LIBRO DELLA VITA
Dopo l’esame dei 10 Comandamenti, il Signore mi mostrò il “Libro della
Vita”. Mi piacerebbe poter avere le parole per descriverlo. Che meraviglia!
Vediamo tutta la nostra vita, le nostre azioni e le loro conseguenze, buone o cattive
che siano, su noi e sugli altri. I nostri sentimenti e pensieri, e quelli degli altri.
Tutto come un film. Comincia dal momento della fecondazione: vediamo la nostra
vita a partire da questo momento, e da qui veniamo presi per mano da Dio, che ci
mostra tutta la nostra esistenza. Nell’istante stesso della nostra fecondazione, c’è
come una scintilla di Luce Divina, un’esplosione bellissima, e si forma un’anima,
bianca… Ma non come il bianco che conosciamo! Dico questo colore perché è il
più simile, ma è così stupendo che è impossibile descriverne a parole la bellezza,
lo splendore… L’anima è talmente bella, piena di luce, incantevole, raggiante e
piena d’Amore di Dio… Un Amore di Dio impressionante. Non so se avete mai
notato come i neonati, spesso, ridono da soli, ed emettono quei suoni e balbettii.
Sapete? Stanno parlando con Dio! Si, perché sono immersi nello Spirito Santo.
Anche noi vi siamo immersi, ma la differenza è che essi, nella loro innocenza,
sanno approfittare di Dio e della Sua Presenza.
Voi non potete immaginare che cosa meravigliosa fu vedere il momento
in cui Dio mi creò, nel grembo di mia madre. La mia anima portata nella Mano di
Dio Padre! Scopro un Dio Padre così bello, meraviglioso, tenero, premuroso e
affettuoso, che ha cura di me 24 ore al giorno; che mi amò, mi protesse, e sempre
venne a cercarmi quando mi allontanavo, con infinita pazienza. Io vedevo solo
castigo, mentre Lui non era che Amore, solo Amore, perché Egli guarda non la
carne ma l’anima, e vedeva come io mi andavo allontanando dalla salvezza.
Sapete, mia madre era sposata da 7 anni e ancora non aveva figli. In quel
momento era molto turbata, a causa della vita d’infedeltà di mio padre: fu molto
preoccupata e angosciata, quando si accorse di essere incinta. Piangeva con grande
afflizione. Ciò ebbe una conseguenza tale, che mi segnò interiormente, tanto che
nella vita non mi sentii mai amata da mia madre! Eppure lei fu sempre tanto
affettuosa, tanto buona con me; mi diede sempre amore e affetto, ma io dicevo e
insistevo che lei non mi amava, e vissi sempre con questo complesso. Per questo,
solo i Sacramenti sono la Grazia di Dio che ci cura. Quando mi battezzarono,
dovete vedere la festa che ci fu in Cielo! E’ una creaturina che riceve sulla fronte
un sigillo, il Sigillo dei figli di Dio! E’ un fuoco! Il fuoco d’appartenenza a Gesù
Cristo.
Ma vidi nel Libro della Vita come, già da piccolina, cominciai a riempirmi
delle conseguenze del peccato di mio padre nel matrimonio, dei peccati che iniziai a
conoscere, per esempio le sue bugie, il vizio del bere, l’infedeltà, e la sofferenza di
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mia madre. Tutto questo mi segnò, e causò in me cattivi sentimenti, limiti emotivi e
comportamentali.
I TALENTI
Il Signore mi disse: “Che ne facesti dei talenti che ti diedi? ...Non li
all’esterno, profumava meravigliosamente, con profumi costosi, con abbigliamento
usasti mai!”…Talenti?! Io venni al mondo con una missione: quella di difendere il
regno dell’Amore. Ma dimenticai d’avere un’anima, tanto più d’avere dei talenti, e
più ancora d’essere le Mani Misericordiose di Dio. Non sapevo nemmeno che tutto
il bene che avevo tralasciato di compiere, aveva causato tanto dolore a Nostro
Signore. Vidi i talenti davvero meravigliosi che Dio aveva messo nella mia vita.
Tutti noi, fratelli, valiamo molto per Dio. Egli ci ama tutti, e ciascuno in particolare.
Tutti abbiamo una missione in questo mondo. Vidi il demonio preoccupatissimo
perché questi talenti, che Dio ha posto in noi, erano al servizio del Signore.
Sapete ciò di cui più mi chiedeva conto il Signore? Della mia mancanza
d’amore e carità al prossimo, e mi disse: “La tua morte spirituale cominciò
quando non ti lasciasti commuovere dalla sofferenza; eppure anche tu l’avevi
provata. Eri viva, ma morta”. Se vedeste cos’è la morte spirituale! Un’anima che
odia, è spaventosamente orribile, brutta, amareggiata, disgustosa, dà fastidio e fa
male a tutti. E’ doloroso vedere la nostra anima, quand’è piena di peccati… Io
vidi la mia: firmato… Ma dentro, una puzza tremenda, e sprofondata nell’abisso.
Ecco perché tanta depressione e amarezza. Il Signore mi disse: “La tua morte
spirituale cominciò quando non ti lasciasti prendere dalla compassione per i tuoi
fratelli. Era un avviso, quando vedevi le tribolazioni dei tuoi fratelli da ogni parte,
o quando sentivi dai mezzi di comunicazione d’uccisioni, sequestri… Ma tu
rimanevi di pietra! Solo dicevi, con la bocca: oh, poverini. Ma non ti addoloravi,
nel cuore non sentivi niente, avevi il cuore di pietra, e fu il peccato a indurirtelo”.
Ora vi racconto come il Signore mi mostrò i talenti.
Dovete sapere che alla TV non guardavo mai i notiziari, perché non mi andava di
vedere tanti morti, tante cose spiacevoli… M’interessava solo la parte finale:
diete, oroscopo, potere mentale, energie, e servizi su questo genere di cose…
Tutta roba che usa il demonio per distoglierci, per confonderci… Ora il Signore
mi mostrava, nel Libro della Vita, come un giorno, nella Sua strategia Divina,
ritardò i programmi, e io accesi la TV quando ancora le notizie non erano
terminate: vidi un’umile contadina, che piangeva sopra il cadavere del marito.
Devo dirvi, fratelli, che il demonio ci abitua al dolore degli altri, a vedere
la sofferenza altrui pensando che quel problema non ci riguarda: chi sta male, si
arrangi, perché il problema non è mio. Ebbene, il Signore mi mostrò come Gli fa
male quando i giornalisti sono preoccupati solo che la notizia impressioni, senza
commuoversi; pensano solo a vendere la notizia, senza preoccuparsi, in quel caso,
di quella donna! Quando accesi la TV e vidi quella contadina piangere, provai un
profondo dolore per la sua sofferenza; mi addolorò realmente, quella povera
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donna. Era il Signore che permetteva così! Prestai attenzione a ciò che si diceva, e
mi accorsi che il luogo dove accadevano quei fatti era nel Venadillo, Tulima: la
mia terra natale...! Ma subito dopo, cominciò la parte delle rubriche, dove si
parlava di una dieta fenomenale, ed io mi dimenticai completamente della
contadina, perché m’interessava più la dieta. …Non pensai mai più a lei!
Chi non dimenticò la contadina, fu Nostro Signore! Egli mi aveva fatto
sentire il dolore e la sofferenza di quella donna, perché voleva che fossi io ad
aiutarla. Era quello il momento di usare i talenti che Lui mi aveva dato. Mi disse:
“Il dolore che provasti per lei, ero Io, che ti gridavo di aiutarla. Fui Io a ritardare
le notizie, perché tu potessi vedere: ma non fosti capace di piegare le ginocchia e
pregare per lei, neanche per un minuto! Ti lasciasti annebbiare dalla dieta, e non ti
ricordasti più di lei!”.
Il Signore mi mostrò la situazione di quella donna. Si trattava di una
famiglia d’umili contadini. Per prima cosa, avevano chiesto al marito di
abbandonare la casa in cui vivevano. Al che, lui rispose di no, che non se ne
sarebbe andato da lì. Allora vennero degli uomini, per cacciarlo via. Quel
contadino li vide venire verso di lui, per mandarlo via, e si accorse che erano
armati e avevano intenzione di ucciderlo. Vidi tutta la vita di quell’uomo: vidi e
sentii lo spavento e l’angoscia che provò; vidi come corse a nascondere i suoi
bambini e la moglie sotto delle cose, che sembravano enormi pentole di terracotta.
Lo vidi allontanarsi da lì correndo, ma quegli uomini lo inseguirono. Sapete quale
fu la sua ultima preghiera? “Signore abbi cura di mia moglie e dei miei figlioli: te
li raccomando!”. E l’uccisero! Cadde steso al suolo. Quando spararono, il Signore
mi fece sentire il dolore di quella donna e dei suoi bambini, che non potevano
gridare. (Piange).
Così il Signore ci mostra il dolore che Lui prova, e la sofferenza degli altri. Ma
noi, spesso, c’interessiamo solo delle nostre cose, e non ci preoccupiamo neanche
un po’ dei nostri fratelli e delle loro necessità! (Continua a piangere). Sapete cosa
voleva il Signore? Voleva che m’inginocchiassi e Lo supplicassi per quella
famiglia, per quella mamma e i suoi bambini! Dio mi avrebbe ispirato come avrei
potuto aiutarli! E sapete come? Bastava fare qualche passo e andare da un
sacerdote, che viveva di fronte a casa mia, e dirgli quello che avevo visto in TV.
Questo sacerdote era amico del parroco di quel villaggio, (Venadillo, Tulima), e
aveva una casa di accoglienza a Bogotà; avrebbe aiutato quella donna.
Sapete, la prima cosa di cui rendiamo conto a Dio, prima ancora dei
peccati, sono le omissioni! Sono tanto gravi! Non immaginate quanto! Un giorno
lo vedrete, come l’ho visto io! Questi peccati fanno piangere Dio! Sì, Dio piange,
vedendo i suoi figli soffrire per la nostra indifferenza e mancanza di compassione
del prossimo; per il fatto che tanti soffrono, e noi non facciamo niente per loro! Il
Signore ci mostrerà, mostrerà a tutti, le conseguenze del peccato della nostra
indifferenza davanti alla sofferenza altrui. Tanto dolore, nel mondo, è dovuto alla
nostra indifferenza, disinteresse, e cuore duro.
Per riassumere un po’: quella contadina, vedendosi perseguitata, (infatti,
cercarono di uccidere anche lei), scappò con i suoi bambini, e cercò aiuto presso il
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sacerdote di quel villaggio. Il parroco, desolato, le disse: “Figlia mia, devi fuggire,
perché se ti trovano ti ammazzano!”
In tutta fretta, fece ciò che gli sembrava meglio per lei: la mandò molto
preoccupato a Bogotà, le diede un po’ di denaro, e alcune lettere di
raccomandazione!
Lei andò via di corsa; si presentò, con queste lettere, nei vari posti che il
parroco le aveva indicato, ma nessuno la ricevette! Sapete dove andò a finire?
Sapete chi aiutò, alla fine, quella donna? Quelli che la costrinsero alla
prostituzione!!!
Il Signore mi diede ancora un’opportunità per aiutarla, quando anni dopo
la rividi! Fu un giorno che dovevo andare in centro. Io detestavo andarci, perché è
il posto dove si vede più miseria, e siccome mi sentivo superiore, non mi piaceva
vedere povertà, indigenza, e cose del genere. Ma in quel giorno dovevo proprio
andarci, e mentre passavamo di là, mio figlio mi chiede: “Oh! …Mamma, come
mai quella signora si veste così, e porta la gonna tanto corta?”. Io gli risposi: “Non
guardare, figlio mio! Queste sono donne spregevoli, che vendono il loro corpo per
piacere, per denaro: sono prostitute, sono delle immonde”. Figuratevi! Parlare
così, e per di più avvelenando mio figlio! Classificai senza pietà una sorella,
caduta in questa condizione a causa dell’indifferenza di un popolo. Il Signore mi
disse: “Gli indifferenti sono i tiepidi, e Io li vomito! Un indifferente non entrerà
mai in Cielo! L’indifferente è colui che passa nel mondo e niente gli importa,
niente lo riguarda, se non la sua casa e i suoi interessi! La tua morte spirituale
cominciò quando smettesti d’interessarti di quello che accadeva ai tuoi fratelli.
Quando pensavi solo a te e al tuo benessere!”.
I TESORI SPIRITUALI
Io fui chiamata all’esistenza per aiutare a costruire un mondo migliore, e
usare i talenti, che il Signore mi aveva dato, per contribuire ad estendere il Regno
dei Cieli sulla terra. Ma non lo feci! …Anzi! Quanti cattivi consigli diedi, e
quanta gente trascinai e rovinai, con i miei cattivi consigli e cattivi esempi! Non
seppi usare mai i talenti che Dio mi diede, non li usai mai! Il Signore mi chiese
anche: “Che tesori spirituali mi porti?”
Tesori spirituali?! Le mie mani erano vuote! Allora mi disse: “A cosa ti
servono i due appartamenti che avevi, le case che possedevi, gli ambulatori, che tu
consideri di una professionista, con grandi soddisfazioni? Forse hai potuto
portarne qui un solo mattone? A che ti è servito tanto culto al tuo corpo, tutto il
denaro speso per lui, tutte le preoccupazioni per stare in forma? A cosa ti è
servito sottoporlo a tante diete che ti portarono a soffrire d’anoressia, bulimia,
torturando il tuo corpo? Facesti del tuo corpo, di te stessa, un dio! E a che ti serve
tutto ciò, adesso, qui? Eri molto generosa, è vero, ma lo facevi perché ti
ringraziassero, per essere lodata, perché dicessero che eri buona. Manipolavi tutti,
con i soldi, perché in cambio ti facessero favori. Dimmi: cos’hai portato qui?
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Quando ti visitai con la rovina economica, non fu un castigo come tu pensasti, ma
una benedizione. Sì, quella bancarotta era per spogliarti di quel dio, quel dio che
servivi! Era per farti tornare a Me! Ma tu ti ribellasti, ti rifiutasti di scendere dal
tuo livello sociale, e imprecavi, schiava di questo tuo dio denaro! Pensavi di aver
ottenuto tutto da sola, con le tue forze, con lo studio, perché eri lavoratrice,
lottatrice… Invece no! Guarda quanti professionisti ci sono, con studi accademici
migliori dei tuoi; quanti che nel lavoro s’impegnano come o più di te: osserva le
loro condizioni…
A te fu dato molto, ed è per questo motivo che molto ti viene chiesto; di
molto devi rispondere”.
Pensate, d’ogni chicco di riso che sprecai, dovetti rendere conto a Dio!
Per tutte le volte che buttai il cibo nella spazzatura!
Nel mio Libro della Vita, vidi quand’ero piccola e la mia famiglia era
povera. Mia madre cucinava spesso i fagioli; e io li odiavo, li detestavo. Dicevo:
“Ancora questi maledetti fagioli? Un giorno sarò tanto ricca, che non li mangerò mai
più”. Vidi che una volta gettai via i fagioli che mamma mi aveva servito, senza che
lei se ne accorgesse, e quando si sedette per mangiare notò il mio piatto vuoto.
Pensò che avessi mangiato in fretta perché avevo molta fame, e mi servì un’altra
volta, dandomi la porzione riservata a lei: così rimase senza mangiare. Sapete, il
Signore mi mostrò che tra le persone a me più vicine, chi soffrì spesso la fame a
quel tempo, fu mia madre. Avendo sette figli, molte volte rimaneva senza mangiare
perché mangiassimo noi, poiché eravamo molto poveri. Ebbene, quel giorno rimase
affamata per darmi, senza saperlo, ciò che io avevo buttato nella spazzatura. Ma
accadeva anche, spesso, che non mangiasse perché bussava qualcuno alla porta per
chiedere cibo, e lei dava quello che stava per mangiare. Soffriva la fame, ma non lo
fece mai notare, non aveva mai la faccia amareggiata, tanto meno triste, né alcun
altro segno. Anzi, era sempre col sorriso e non le si notava niente. Vi ho già
raccontato che gioiello di figlia ero?! Chiamavo mio padre “Pietro spaccapietra”(
Fred dei "Flintstones"), e a mia madre dicevo che era fuori moda! Che era
una vecchia antiquata, e altre cose del genere. Fino la punto di negare che lei era mia
madre, perché ne avevo vergogna. Figuratevi!...
Eppure, non immaginate le grazie, le benedizioni che si spargevano su di
me e sul mondo intero, per merito di mia madre! Pensate la grazia di avere una
madre che va in chiesa e, davanti al tabernacolo, offre le sue sofferenze e il suo
dolore a Gesù, e per di più confida! Confida in Lui!
Il Signore mi disse: “Mai nessuno ti amò, e ti amerà, come tua madre! Mai!
Nessuno ti amerà così teneramente come lei!”. Poi il Signore mi mostrava tutte le
feste che davo ( dopo il cambiamento della mia condizione sociale)… In quei
banchetti, in quei buffet, metà del cibo finiva nella spazzatura, senza pensarci su.
Il Signore continuò: “Guarda i tuoi fratelli, soffrire la fame! Io avevo
fame!”, mi disse quasi gridando. Sapeste come addolora il Signore la fame, il
bisogno, e la sofferenza dei Suoi figli! Come Lo rattrista il nostro egoismo e la
nostra mancanza di carità verso il prossimo!
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E continuò a farmi vedere come in casa mia c’erano tante cose raffinate e
costose. In effetti, a quel tempo, avevo in casa roba molto costosa, vestiti molto
eleganti, costosissimi. Il Signore mi disse: “ Io ero nudo, e tu avevi gli armadi
pieni d’abiti costosi, che non usavi…”. Vidi anche che, quando vivevamo in un
livello sociale alto, se le mie amiche compravano abiti firmati, io dovevo
acquistarne di migliori; se una si comprava una bella auto, io dovevo prenderla
migliore… Volevo sempre qualcosa di meglio rispetto a loro, perché ero invidiosa.
Il Signore mi disse: “Fosti sempre altezzosa, facevi i paragoni con quelli che
stavano meglio di te! Persone ricche! E non guardasti mai a quelli che stavano
economicamente più in basso di te. Quand’eri povera, camminavi sulla strada della
santità, perché davi persino quello che ti mancava”. E mi mostrò quanto gradì il
mio gesto, una volta che mia madre, nonostante la nostra povertà, riuscì a
comprarmi delle scarpe da tennis di marca. Io ero contentissima, ma incontrai un
bambino di strada che era scalzo, e sentii una tale pena per lui, che mi tolsi le
scarpe e gliele diedi. Tornai a casa senza calzature, e mio padre quasi mi
ammazzò! E non senza ragione: con la povertà in cui eravamo, tanto sacrificio per
comprarle, e io le regalai per via, appena acquistate! Ma il Signore ne fu contento!
Come gli piaceva la strada per cui camminavo! Nonostante fossimo una famiglia
complicata e povera, Dio spargeva su noi molte grazie e benedizioni per merito di
mia madre, della sua bontà e delle sue preghiere. Il Signore continuò mostrandomi
che, se non mi fossi chiusa alla Grazia e allo Spirito Santo, avrei potuto aiutare
molta gente, con i talenti che mi aveva dato. Mi mostrò tutta l’umanità, e come noi
rispondiamo a Dio, a causa di ciò che abbiamo vissuto, tenendo il cuore chiuso a
Lui e allo Spirito Santo, e alle loro ispirazioni divine. Mi disse: “Io ti avevo
ispirato di pregare per queste persone: se l’avessi fatto, il male non sarebbe entrato
in esse, causando tanto danno”. Per esempio: una bambina fu violentata dal padre:
se io non mi fossi chiusa allo Spirito Santo, avrei ascoltato le Sue ispirazioni
Divine, e avrei pregato per loro: così il maligno non sarebbe entrato in quel padre,
protetto dalla preghiera, e quella violenza non ci sarebbe stata, né avrebbe causato
tanta sofferenza. Oppure, quel giovane non si sarebbe suicidato. Il Signore
continuò dicendomi: “Se tu avessi pregato, quella ragazza non avrebbe abortito,
quella persona non sarebbe morta sentendosi abbandonata da Me, in un letto
d’ospedale. Se avessi pregato, Io ti avrei consigliato, affinché tu cominciassi ad
aiutare i tuoi fratelli. Io ti avrei guidato! Ti avrei condotto a queste persone. Tanto
dolore nel mondo, e tu avresti potuto aiutare!”.
Mi mostrò quante persone soffrono al mondo, e quante avrei potuto
aiutare. Mai permisi che Lo Spirito Santo mi toccasse, né mai mi lasciai
commuovere per la sofferenza degli altri. Il Signore mi disse: “Guarda la
sofferenza del mio popolo, guarda come avesti bisogno che Io ferissi la tua
famiglia con il cancro, perché tu ti commovessi per quanti soffrono la stessa
malattia! Ti commuovesti per i sequestrati, solamente dopo che tuo marito stesso
fu sequestrato”. E quasi gridando: “Ma tu, di pietra!!! Incapace di sentire amore!”.
Per concludere, tenterò di spiegare come ci si vede nel Libro della Vita.
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Io ero molto ipocrita, falsa. Ero di quelli che davanti alla persona fanno gli elogi,
ma alle spalle ne parlano male; che fuori parlano bene, ma dentro non si sente ciò
che dicono. Per esempio, elogiavo qualcuno dicendo: “Sei carina, che vestito
delizioso, ti sta benissimo”. Ma dentro pensavo: fai schifo, sei brutta, e ti credi di
essere la regina! Nel Libro della Vita si vede tutto questo, con la differenza che
vediamo anche i pensieri. Tutte le mie bugie vennero allo scoperto, al “rosso
vivo”, così evidenti che tutti potevano vedere. Quante volte uscii di nascosto da
mia madre, perché non mi lasciava andare da nessuna parte, quante bugie
inventavo: “Mamma, ho un lavoro di gruppo in biblioteca”. Lei ci credeva, e io
me ne andavo a vedere un film pornografico, o al bar a prendere una birra con le
mie amiche. Ed ecco mia madre lì, adesso, a vedere tutto nel Libro della Vita…
Adesso niente era nascosto. Che vergogna sentii! Che vergogna! Al tempo in cui i
miei genitori erano poveri, portavo a scuola, per merenda, del latte e una banana.
Mangiavo la banana e buttavo la buccia dove capitava; non mi venne mai in
mente che qualcuno potesse farsi male a causa di quella buccia di banana. Il
Signore mi fece vedere, in effetti, le conseguenze: chi cadde, chi si fece male…
Avrei perfino potuto uccidere qualcuno, con la mia incoscienza e mancanza di
misericordia.
Vidi, con gran dolore e vergogna, come solo una volta feci una buona
confessione, da adulta. Fu quando una signora mi diede di resto 4.500 pesos in
più, in un supermercato di Bogotà. Mio padre ci aveva insegnato ad essere onesti,
e mai toccare neanche un centesimo di alcuno; mi accorsi in macchina dell’errore,
mentre andavo al mio ambulatorio, e dissi fra me: “Ma guarda un po’ quella
stupida, quell’animale (era così che parlavo), mi ha dato 4.500 pesos in più!
Adesso mi tocca tornare indietro! ...Ma guardando nello specchietto retrovisore,
vidi il traffico congestionato, e dissi: “No! Non torno indietro, non voglio far tardi
e perdere tempo! Peggio per lei ch’è stata così idiota!”. Ma rimasi col rimorso di
quei soldi. Da questo lato, mio padre ci aveva educato bene. La Domenica mi
confessai, e dissi: “Mi accuso di aver rubato 4.500 pesos, non avendoli restituiti;
me li sono tenuti!”. Non prestai attenzione a ciò che il sacerdote mi disse, però il
maligno non poté accusarmi d’essere ladra!
…Ma il Signore mi disse: “Fu una mancanza di carità non restituire il
denaro, perché per te 4.500 pesos era niente, ma per quella donna era
l’alimentazione di tre giorni”. La cosa più triste fu vedere come quella donna soffrì
la fame per un paio di giorni, per colpa mia, insieme ai suoi due bambini; così mi
mostrò il Signore. Quando faccio qualcosa, ci sono le conseguenze dei miei atti, e
chi soffre a causa di essi: perché i nostri atti hanno sempre le loro conseguenze.
Quello che facciamo, ma anche quello che non facciamo, porta conseguenze per noi
e per gli altri! Tutti vedremo queste conseguenze nel Libro della Vita. Quando
arriverà il momento di comparire davanti a Dio per il giudizio, lo vedrete, come l’ho
visto io. Quando si chiuse il mio Libro della Vita, immaginate la mia tristezza, la
mia vergogna, il dolore immenso…
Il Libro della mia vita si chiuse nel modo più bello. Nonostante il mio
comportamento, nonostante i miei peccati, la mia immondizia, la mia indifferenza, e
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i miei orribili sentimenti, il Signore mi cercò fino all’ultimo istante: m’inviava
sempre strumenti, persone, mi parlava, mi gridava, mi prendeva le cose, mi lasciò
cadere in disgrazia per cercarmi, e perché io Lo cercassi. M’inseguì sempre, fino
all’ultimo istante. Sapete Chi è, il nostro Dio e Padre? E’ un Dio potente,
innamorato, che mendica presso ciascuno di noi, perché ci convertiamo. Invece,
quando le cose andavano male, io dicevo: “Dio mi ha punito, mi ha condannato!”.
Chiaro che non è così! Mai Egli ci condanna: infatti, di mio libero arbitrio, scelsi
liberamente chi fosse mio padre, e non era Dio. Io scelsi satana come mio padre!
Quando fui colpita dal fulmine, prima di portarmi al “Seguro Social” mi
condussero in un ospedale pubblico, dove c’erano tanti malati, tanti feriti, tanta
sofferenza, e non si trovava una barella disponibile per me. E quando coloro che mi
portavano, chiesero ai medici dove potessero mettermi, quelli dicevano soltanto:
“Laggiù, laggiù!”. E i miei soccorritori: “Ma laggiù, dove?”. “Laggiù, sul
pavimento!”. Ma essi non volevano lasciarmi per terra, perché ero molto ustionata,
e se avessi contratto un’infezione, sarei certamente morta… Mentre stavo in un
angolo, durante queste ore, i medici mi guardavano con una faccia… E’ che non
potevano lasciare qualcuno che aveva l’infarto, per esempio, o era in condizioni
molto gravi, ma con più possibilità di sopravvivere rispetto a me, che invece ero
tutta bruciata come un “toast”, e con ogni probabilità sarei morta.
Io però ero cosciente, e parecchio irritata, mormorando perché i medici non
venivano da me. Ma ci fu un momento in cui ero calma, senza brontolare, perché
vidi Nostro Signore Gesù Cristo, che stava chinato e si teneva vicinissimo a me, mi
toccava la testa con le Sue mani e mi consolava. Riuscite a immaginarlo?! Riuscite
a immaginare la tenerezza?! Io pensai: sarà una allucinazione? Com’è possibile
vedere Nostro Signore qui?! Chiusi gli occhi, poi li riaprii, e continuavo a vederlo
lì! Mi disse, con grande tenerezza: “Vedi, piccolina, tu stai per morire! Séntiti
bisognosa della Mia Misericordia”. Immaginatevi…! Così dissi: “Misericordia!
Misericordia!”, ma nel frattempo pensavo: misericordia perché? Cos’ho mai fatto di
male?
Non avevo coscienza dei miei errori, ma mi fu chiaro che stavo per
morire, questo sì! Ne rimasi rattristata… “Ahimé, sto per morire!!! ...Ahimé, i
miei anelli di diamanti!!!”. Mi ricordai subito dei miei anelli. Guardo, e vedo tutta
bruciata la carne delle dita, come se fossero esplose. Ma dicevo tra me: “Devo
toglierli, costi quel che costi! Altrimenti li dovranno rompere, e perderanno il
valore”. Non pensavo ad altro; vedevo le mie dita gonfiarsi, e pensavo solo a
togliermi gli anelli perché non li rompessero! Voi non immaginate che odore
sgradevole ha la carne bruciata. E quanto più muovevo quegli anelli, tanto più
questa puzzava. Sentivo che sarei impazzita dal dolore, ma insistevo e dicevo a
me stessa: “No! No e no! Io devo riuscirci! Devo riuscirci, perché a me, nessuno
mi vince, e questa carne non mi si ingrosserà, nossignore! Io tolgo questi anelli da
qui, costi quel che costi, non morirò con essi”. Quando alla fine riesco a sfilarli,
mi ricordo improvvisamente: “Oh, no!!! Sto per morire, e queste infermiere
ruberanno i miei anelli!”. Nel frattempo arriva mio cognato. Io, tutta contenta:
“Salva i miei anelli!!!”. Li consegnai a lui, che è medico, e non poteva essere
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diversamente: perché altrimenti non li avrebbe toccati, ma li avrebbe buttati via, e
ben lontano! Infatti erano bruciati, e con brandelli di carne attaccati. Gli dissi di
consegnarli a Fernando, mio marito, aggiungendo: “Dì alle mie sorelle che
prendano i miei figli perché, poverini, resteranno senza mamma. Infatti, non me la
caverò!”. La cosa peggiore fu che non approfittavo di quei momenti che Gesù mi
offriva, per chiederGli Misericordia e perdono. Ma come potevo chiedere
perdono, se pensavo di non avere peccati?! Mi credevo una santa! Quando ci
sentiamo “santi”, è allora che ci condanniamo.
Quando ebbi tolto gli anelli e li affidai a mio cognato, perché li
consegnasse a mio marito, mi dissi sollevata: “Ecco, adesso posso morire!”, e
l’ultimo pensiero fu: “Ahimé, con quali soldi mi seppelliranno, visto il mio conto
bancario in rosso?...”
Dio Padre ama tutti e ciascuno, indipendentemente dal fatto che siamo
buoni o cattivi; e con tale intensità che, sino all’ultimo istante, viene fino a noi
con tanta tenerezza, ci abbraccia con tutto il Suo Amore… Egli vuole salvarci, ma
se non Lo accogliamo, se non Gli chiediamo perdono e misericordia,
riconoscendo le nostre colpe, ci lascia liberi di seguire quello che abbiamo scelto.
Se la nostra è stata una vita senza Dio, molto probabilmente in quel momento Lo
rifiuteremo, e Lui ci rispetterà. Non ci obbliga ad accettarLo.
Così si chiude il mio Libro della Vita.
IL RITORNO
Ma quando il mio Libro della Vita si chiuse, non potete immaginare come
mi sentivo: ero veramente terrorizzata. Mi vedo con la testa in giù, e sento di
precipitare verso una fossa. Poi si apre quella cosa che sembra una bocca, vi cado
dentro, e terrorizzata comincio a gridare a tutti i santi di salvarmi. Non credereste la
quantità di santi che arrivai a nominare: S. Ambrogio, S. Isidoro, S. Agostino, ecc.
Neanche sapevo di conoscerne tanti, cattiva cristiana com’ero! Ma quando finì la
lista dei santi, restò il silenzio… Sentivo un vuoto immenso, un dolore e una
vergogna enormi, e mi accorsi che nessuno poteva fare niente per me! E mi dissi:
“…E tutta la gente, sulla terra, a pensare che io sono una santa… A sperare che
morissi, per chiedermi una grazia. Dove vado, adesso?”. Alzai gli occhi, e incontrai
quelli di mia madre. Sentii tanta tristezza, un dolore profondo, perché lei avrebbe
tanto voluto portarmi nelle mani di Dio. Con grande confusione e sofferenza, le
gridai: “Mamma, che vergogna! Mi sono condannata! Dove vado, non ti vedrò mai
più!”
Ma in quel momento, Gesù le concede una grazia bellissima: mia madre
stava immobile, e Dio le permette di muovere le dita, puntandole verso l’alto, e
invitandomi a guardare lassù: guardo, ed ecco uscirmi dagli occhi delle croste,
spaventosamente dolorose. Era la cecità spirituale che se ne andava, e in
quell’istante ci vidi: un momento meraviglioso.
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Un giorno, una mia paziente, mi disse: “Dottoressa, io provo molta, molta
pena, molta tristezza, per lei. Perché lei è troppo materialista. Ma un giorno che si
trovasse in qualche afflizione, o fosse in una situazione di pericolo, qualunque sia,
chieda a Gesù Cristo che la curi con il Suo Sangue, e Gli chieda perdono: perché
mai, mai, Egli l’abbandonerà, avendo pagato il prezzo del proprio Sangue per lei”.
Allora, con grande vergogna e immenso dolore, cominciai a gridare:
“Signore! Gesù Cristo, abbi compassione di me! Perdonami, Signore, perdonami!
Dammi una seconda opportunità!”
Fu il momento più bello, più meraviglioso! Non ho parole per descriverlo.
Perché Gesù si chinò e mi tirò fuori da quella fossa! Mi sollevò e mi portò in un
luogo piano, e mi disse, con molto amore: “Sì, tu tornerai, e avrai la tua seconda
opportunità… Non per la preghiera della tua famiglia, perché è normale che
piangano e gridino per te, ma per l’intercessione di tutte le persone estranee alla tua
carne e al tuo sangue, che hanno pianto, pregato, ed elevato il proprio cuore con
tanto amore per te”. Sapete cosa vidi? Vidi il grande potere della preghiera
d’intercessione, fratelli! Sapete come potete stare sempre alla presenza del Signore?
Pregate tutti i giorni per i vostri figli, ma pregate anche per i figli delle persone del
mondo intero! Pregate per gli altri! In questo modo starete alla presenza di Dio, tutti
i giorni.
Vidi come salivano migliaia e migliaia di fiammelle di luce, bellissime, alla
presenza del Signore; erano piccole fiamme bianche, stupende, piene di amore.
Erano le preghiere di tante, tante persone, che pregavano per me, che si erano
commosse dopo aver visto in TV e sui giornali quello che mi era successo, e che
pregavano e offrivano Messe. Il più gran dono che si può offrire a qualcuno, è la S.
Messa. Non esiste niente di più efficace, che possa aiutare qualcuno, di una S.
Messa. E’ anche ciò che Dio gradisce di più: vedere i Suoi figli intercedere per il
loro prossimo, e aiutare il proprio fratello. La S. Messa non è opera dell’uomo, ma
di Dio.
Tra quelle piccole luci, però, ce n’era una enorme, bellissima: una luce
molto più grande di tutte le altre. Sapete, fratelli, perché ora sto qui? Perché sono
tornata? Perché nella mia terra esiste un santo. Guardai con curiosità, per sapere
chi fosse quella persona che mi amava tanto, e il Signore mi disse: “Quell’uomo
che vedi lì, è una persona che ti ama, molto, e neanche ti conosce”. Mi mostrò che
si trattava di un povero contadino, che viveva in montagna, nella Sierra Nevada di
Santa Marta. Quest’uomo era veramente povero, non aveva di che mangiare.
Tutto il suo raccolto era bruciato, perfino le galline che aveva, gli erano state
rubate dagli uomini della “guerriglia”. Questi ultimi, volevano prendersi
addirittura a loro servizio il figlio maggiore. Questo contadino, scende fino al
villaggio per andare a Messa. Il Signore mi fece prestare attenzione alle parole
con cui pregava: “Signore, ti amo! Grazie per la salute, grazie per i miei figli!
Grazie per tutto quello che mi dai! Sii lodato! Gloria a Te!”.
La sua preghiera era solo lode e rendimento di grazie a Dio! Il Signore
mi fece vedere come nel portafogli avesse una banconota da 5.000 pesos, e una da
10.000, e questo era tutto ciò che possedeva! Sapete cosa fece…? Diede il
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biglietto da 10.000 all’offertorio! Io ne mettevo solo uno da 5.000, e ciò quando
me ne davano qualcuno falso, al lavoro!
Lui, invece, non diede quella da 5.000, ma quella da 10.000, nonostante
questi soldi fossero tutto ciò che aveva! E non era di malumore, né brontolava per
la sua povertà, ma ringraziava e lodava Dio! Che esempio, fratelli! Dopo, uscito
di chiesa, andò a comprare un pezzo di sapone azzurro (da bucato); glielo
incartarono in un foglio di giornale (“O espectador”), del giorno prima. Lì c’era la
notizia del mio incidente, e la fotografia dove apparivo tutta ustionata.
Quando quest’uomo vede la notizia, man mano che legge, piange
commosso; tanto, come se io fossi qualcuno molto caro per lui, e prostrato con la
faccia a terra, supplica Dio con tutto il suo cuore, dicendo: “Padre, mio Signore,
abbi compassione di questa mia sorellina, salvala, salvala Signore! Signore, se Tu
la salverai, se salverai la mia sorellina, ti prometto di andare al “Santuario de
Buga” 2 a sciogliere il voto, ma salvala. Per favore, Signore, salvala!”. Pensate,
quell’uomo così povero, che non imprecava, né stava a lamentarsi di soffrire la
fame con la sua famiglia, ma anzi lodava e ringraziava Dio… E con una capacità
d’amore al prossimo così grande che, pur non avendo di che mangiare, era
disposto ad attraversare il Paese per adempiere una promessa, in favore di
qualcuno che nemmeno conosceva!
Il Signore mi disse: “Questo è il vero amore al prossimo! E’ così che
devi amare il prossimo…”. E fu lì che mi diede questa missione: “Tu tornerai
indietro, per dare la tua testimonianza, che ripeterai non 1000 volte, ma
1000x1000. Guai a chi, ascoltandoti, non cambierà, perché sarà giudicato con più
severità. E questo vale anche per te, nel tuo secondo ritorno, per i consacrati che
sono i miei sacerdoti, e per chiunque altro che non ti darà ascolto: perché non c’è
peggior sordo di chi non vuol sentire, né peggior cieco di chi non vuol vedere”.
Questa, miei cari fratelli, non è una minaccia, tutt’altro! Il Signore non ha
bisogno di minacciarci. Questa è la seconda opportunità che io ho, e lo è anche per
voi. Ciò dimostra che Dio è innamorato di noi, e mette davanti ai vostri occhi
questo specchio che sono io, Gloria Polo. Perché Dio non vuole che ci
condanniamo, ma piuttosto che viviamo con Lui, nel Paradiso. Ma per questo,
dobbiamo lasciarci trasformare da Lui. Quando arriverà la vostra ora, di partire da
questo mondo, anche a ciascuno di voi verrà aperto il “Libro della Vita”; quando
morirete, tutti passerete per questo momento, così come ci sono passata io. Là,
vedremo tale e quale come adesso, con la differenza che vedremo anche i nostri
pensieri e i nostri sentimenti, i nostri atti e le loro conseguenze, le nostre omissioni
e le conseguenze di esse… Tutto alla presenza di Dio. Ma la cosa più bella è che
ognuno vedrà il Signore faccia a Faccia, che ci chiede di convertirci: fino all’ultimo
2 Il Santuario Buga è una piccola chiesa, dove si venera il “ Signore dei
Miracoli”. Si trova in un piccolo villaggio che porta questo nome. Si chiama così,
perché è famoso per i miracoli e le grazie che ricevono quanti vi si recano con
fede.
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istante ci chiede questo, affinché in verità cominciamo ad essere nuove creature con
Lui, perché senza di Lui non lo potremmo!
RECUPERO FISICO
Quando il Signore mi fece ritornare, i miei reni non funzionavano, né mi
facevano la dialisi perché non ne valeva la pena, dal momento che stavo per
morire… Ma improvvisamente, essi ripresero a funzionare; lo stesso i polmoni, e
anche il cuore ricominciò a battere con forza. Potete immaginare lo stupore dei
medici! Ormai non avevo più bisogno delle macchine!
Cominciò il mio recupero fisico, ma non sentivo niente dalla vita in giù,
e dopo un mese i medici mi dissero: “Gloria, Dio sta facendo un miracolo con lei,
perché le è già ricresciuta la pelle fine su tutte le ferite… Ma per le sue gambe non
possiamo fare più niente. Dobbiamo amputarle!” Quando mi dissero questo, io,
che ero una sportiva, mi ricordai: 4 ore di aerobica quotidiana, per che cosa?
...Pensai solo di fuggire da lì, ma non ci riuscii, perché le gambe non mi
reggevano, e caddi. Ero ricoverata al 5° piano, e mi portarono al 7° per rimanervi
fino all’intervento; lì trovo una signora che aveva le gambe già amputate, ma a cui
dovevano amputarle nuovamente, più in alto. Vedendola, pensai che neanche tutto
il denaro del mondo era sufficiente per comprare quella meraviglia che sono le
gambe. Quando mi dissero che me le avrebbero amputate, sentii una grande
tristezza! Mai avevo ringraziato Dio per le mie gambe, anzi: con la tendenza che
avevo ad ingrassare, soffrivo la fame come una sciocca e spendevo fortune per
essere elegante… E adesso, vedo le mie gambe nere, bruciate, senza carne, ma per
la prima volta ringrazio Dio di averle ancora. “Signore, ti ringrazio per le mie
gambe, e ti chiedo la grazia di lasciarmele, perché possa camminare. Ti prego,
Signore, lasciami le gambe!”. E comincio immediatamente a sentirle: erano
nerissime, senza circolazione, e dal venerdì al lunedì, quando arrivarono, i medici
rimasero sorpresi, perché erano rosse e la circolazione si era ripristinata!
Stupefatti, mi toccavano e non volevano credere. Io dissi loro: “Dottori, le mie
gambe mi fanno terribilmente male, ma credo non ci sia nessuno al mondo, così
felice di sentire dolore alle gambe, come lo sono io in questo momento!”. Il
medico del 7° piano mi rispose che mai, in 38 anni di servizio, aveva visto un
caso simile.
Gli altri due miracoli che il Signore mi fece, furono il seno e le ovaie. Il
medico mi aveva detto che non avrei più potuto avere bambini. Io ne fui contenta,
perché pensai che Dio mi aveva dato un metodo naturale per non rimanere incinta.
Ma, un anno e mezzo dopo, vedo che il mio seno comincia a crescere, a gonfiarsi
e a riformarsi. Rimasi meravigliata, e quando andai dal medico, mi disse che
aspettavo un bebé! E con questo seno allattai mia figlia!!!...
A Dio nulla è impossibile !
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CONCLUSIONE
Che il Signore vi benedica tutti, immensamente. Gloria a Dio e gloria a
Nostro signore Gesù Cristo. Dio vi benedica!
Vi presento mia figlia. Questa bambina è il miracolo! E’ la figlia che Dio mi
diede, con le ovaie bruciate! Ciò che per i medici era totalmente impossibile! Ma
per Dio, nulla è impossibile!!! Eccola qui, si chiama Maria José!...
Gloria Polo vive attualmente in Colombia, e continua a esercitare la sua
professione. E’ rimasta con enormi cicatrici, ma conduce una vita normale; e
adesso è una donna di grande fede! Viaggia molto, trasmette la sua testimonianza
a migliaia di persone, e adempie la missione che Dio le ha affidato. (Ha
l’autorizzazione della Chiesa per farlo).Questa è la traduzione di un CD, in cui è
incisa la testimonianza che ha dato in una chiesa di Caracas (Venezuela), il
giorno 5 maggio 2005. E’ tradotto dallo spagnolo.
E’ tutto vero!
Per ulteriori chiarimenti, si può visitare il sito su Internet con tutte le
informazioni, in lingua spagnola:
www.gloriapolo.net
www.gloriapolo.com
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